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Tanti anni fa Gaetano Manno aveva un cane. Ogni mattina lo portava a passeggiare per strada e nel parco. Quando tornava a casa si preoccupava di pulirlo a dovere perchè il suo amico a quattro zampe aveva incontrato tanti altri animali al guinzaglio e si era rotolato felice nei prati. Gaetano con pazienza lo lavava e cercava eventuali parassiti finiti nel suo pelo. Era così scrupoloso che oggi riesce ad escludere quasi al cento per cento che sia stato proprio il suo cucciolo a trasportare in casa la zecca che lo ha punto cambiandogli la vita.

Gaetano aveva 18 anni nei giorni in cui accadde il fatto. Adesso ne ha 33 e i 15 anni trascorsi da allora ad oggi sono stati per lui una vera odissea. «All’inizio non mi ero accorto di nulla e non avevo dato peso ad un “eritema migrans” che mi era comparso su una gamba - racconta Gaetano -. I medici stessi lo scambiarono per un fungo della pelle. È vero, gli animali domestici possono essere portatori di certi parassiti, ma soltanto se non tenuti puliti. Si è più esposti invece a zanzare tigre, tafani e piccioni che sono spesso vettori di malattie».

Dopo qualche settimana le condizioni fisiche di Gaetano iniziano a peggiorare. Ha febbre e cefalea, ma ancora una volta i sintomi vengono sottovalutati e scambiati per influenza. Lo strascico di una «febbriciattola» persistente, unita a stanchezza cronica, lo mette in allarme. Inizia a consultare qualche specialista, internisti e infettivologi di vari ospedali. «I dottori ipotizzarono che avessi contratto l’Ebv, il virus della mononucleosi e così iniziai cicli di vitamine e antibiotici. Avevo mal di gola e tonsille sempre gonfie tanto che alla fine si decise di toglierle. Ma non ne ebbi alcun beneficio».

Gaetano all’epoca era un militare dell’aereonautica e dopo un paio di anni con questi disturbi dovette decidere di rinunciare alla carriera.

Per fortuna, dopo varie terapie antibiotiche consigliate dall’ospedale militare di Roma e dagli otorini, la situazione torna quasi alla normalità e Gaetano riesce perfino a conseguire la laurea triennale in infermieristica.

Ma nel 2013 qualcosa inizia di nuovo a cambiare. «Mi venne le febbre a 39 gradi per circa 5 giorni - ricorda - Passato il picco, ancora febbricola e forte stanchezza. Poi dolori muscolari incessanti che finirono per costringermi a casa. Dopo qualche ricovero, mi trovai nelle condizioni di 10 anni prima».

Il consulto con un infettivologo di Roma porta alla prescrizione di esami approfonditi dai quali risulta una intossicazione da metalli pesanti come mercurio, cadmio, alluminio e piombo. Si scopre inoltre la riattivazione di virus herpetici e dell’Ebv virus. «Iniziammo la cura con antivirali Aciclovir e tantissimi integratori di vitamine e amminoacidi. I miglioramenti durarono qualche mese, ma successivamente i sintomi peggiorarono. Dolori muscolari e articolari, stanchezza, febbre, insonnia, attacchi di panico».

Gaetano cerca qualche risposta sul web e si accorge di avere i sintomi della «malattia di Lyme». Si reca allora all’ospedale di Trieste e qui i medici confermarono la sua ipotesi. «Ormai ero allettato e sofferente, piangevo notte e giorno e soffrivo di disturbi neurologici e psichiatrici. Iniziai varie terapie antibiotiche e antimalariche e venni ricoverato per qualche tempo».

Ed è proprio durante quei periodi di ospedalizzazione che si confronta con altri malati e scopre che in Germania sono all’avanguardia nella cura di questa patologia. «Feci una prima visita all’estero e mi dissero che ero affetto da Borellia nella forma cronica, insieme con altri patogeni inoculati dalla zecca. I dottori precisarono che la guarigione sarebbe stata lunga, ci sarebbero voluti anni probabilmente».

Gaetano affronta tutto da solo, ma aiutato economicamente da quel che resta della sua famiglia. I genitori non ci sono più e le cure proposte in Germania sono sì utili, ma assai costose.

«Le spese sostenute sono state fortissime. Per arrivare alla diagnosi e seguire le terapie, sono state necessarie decine di migliaia di euro. Questa malattia è multisistemica, colpisce vari organi e indebolisce il sistema immunitario. Le medicine non sono solo antibiotici, antimalarici o antivirali, ma anche tantissimi integratori per contenere gli effetti collaterali dei farmaci stessi».

I centri all’estero sono tutti privati e la malattia, negli altri Paesi così come in Italia, non è riconosciuta dal sistema sanitario, dunque ci si deve pagare tutto.

«In Germania ho conosciuto persone provenienti da tutta Europa per cercare rimedi. La “malattia di Lyme” è complessa, viene definita “la grande imitatrice” perchè somiglia nei sintomi all’artrite reumatoide, alla sclerosi, alla fibromialgia, alla depressione e alla stanchezza cronica».

Grazie alle terapie scelte dai medici tedeschi Gaetano ha ottenuto alcuni importanti benefici. Le sofferenze sono alleviate, ma non ha più potuto riprendere il suo lavoro da infermiere. Non gli è stata riconosciuta alcuna invalidità e a tutt’oggi tira avanti grazie all’aiuto economico di familiari e amici che lo seguono sulla sua pagina Facebook.

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