Ogni anno nel nostro Paese si registrano più di 135 mila eventi coronarici acuti, un terzo risultano fatali. Le persone che hanno avuto un infarto corrono un forte rischio di svilupparne un secondo. Nei primi due anni successivi all’infarto la probabilità di essere nuovamente ricoverati è superiore al 60% dei casi e il 30% di questi è dovuto ad una nuova sindrome coronarica acuta. Sono questi i numeri impietosi dell’infarto in Italia. Con una dieta equilibrata, sport e la cessazione del fumo si può fare molto. Attenzione però al colesterolo: tutte le evidenze indicano che mantenere stabilmente il colesterolo LDL -quello cattivo- al di sotto di 70 mg/dL diminuisce di circa il 25% il rischio di un secondo evento. A tal proposito l’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO), la Fondazione «per il Tuo cuore» e Conacuore onlus hanno da poco lanciato la campagna «Amico del cuore - Dopo l’infarto il colesterolo conta» per sensibilizzare la popolazione sull’importanza di mantenere bassi i livelli di questo parametro.
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Quando si manifesta una sindrome coronarica acuta è fondamentale arrivare il prima possibile in una delle UTIC diffuse sul territorio nazionale, reparti specializzati nella presa in carico e gestione del paziente infartuato che, attraverso un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale specifico, provvedono a stabilizzare il paziente e ad attuare le procedure di rivascolarizzazione e le conseguenti terapie farmacologiche e fisiche. «Nonostante la prognosi di questa patologia sia allo stato attuale relativamente benigna, se confrontata a quella di alcune decadi or sono, l’infarto impatta fortemente sotto il profilo sanitario per l’aspetto organizzativo della rete dell’emergenza-urgenza – dichiara Andrea Di Lenarda, Direttore S.C. Centro Cardiovascolare, Azienda Servizi Sanitari n° 1 Triestina di Trieste – e impatta anche sotto il profilo sociale, perché è comunque necessario ricondurre il paziente sopravvissuto a un infarto alla sua vita quotidiana e al lavoro attraverso la riabilitazione, le terapie e i controlli per abbassare il rischio cardiovascolare e di nuovi eventi coronarici acuti».
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Non riuscire a portare il colesterolo LDL al di sotto di 70 mg/dL è un problema piuttosto frequente tra i pazienti che hanno avuto un infarto, spesso legato a una non soddisfacente aderenza alle terapie.
A 12 mesi dalla dimissione, l’aderenza è già bassa, con una percentuale che è di circa il 24%: i pazienti con ridotta aderenza hanno un rischio di complicanze fino al 50% maggiore. «Nel primo anno dopo l’evento coronarico acuto la mortalità extraospedaliera raggiunge il 12%, e di questa il 10% è dovuta a recidiva di infarto miocardico – spiega Antonio Amico, Direttore U.O. di Cardiologia-UTIC, Ospedale San Giuseppe da Copertino di Copertino (Lecce) – le evidenze ci dicono che riducendo di 39 mg/dL in 5 anni il colesterolo LDL è possibile abbassare del 23% il numero di nuovi eventi coronarici maggiori. Se invece il target terapeutico non viene raggiunto, abbiamo la certezza che si andrà incontro a un peggioramento della prognosi con un impatto diretto sulla mortalità».
Il messaggio fondamentale che il progetto educazionale «Amico del cuore» vuole trasmettere è che dopo l’infarto si può tornare alla vita, ma la vita inevitabilmente cambia e non bisogna sottovalutare i rischi. Il ritorno alla normalità può essere lungo e faticoso per il paziente e anche per i famigliari. «Un infarto può cambiare in modo rilevante l’esistenza di ogni persona – osserva Giovanni Spinella, Presidente Conacuore onlus – molto dipende dall’intensità con la quale viene vissuto l’evento. Cambia ovviamente anche la quotidianità, in qualsivoglia direzione, se non si vuole ricadere nel buco nero. Si riguarda a quanto e a come ci si ciba; diminuiscono le ore trascorse su una poltrona o dietro una scrivania, aumentano, quanto meno, le passeggiate. Inoltre, ci si deve curare, controllare, pesare, levarsi le cattive abitudini. Una componente importante è quella di dedicarsi al volontariato per attività intese ad evitare che il prossimo abbia a subire la medesima “iattura”».
Sabato 16 Aprile grande evento nazionale di informazione in 14 città collegate via satellite. Tutte le informazioni e le risorse del progetto educazionale sono disponibili sul sito www.amicodelcuore.it
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