La settimana in corso è dedicata alla sensibilizzazione per la donazione del midollo osseo e delle cellule emopoietiche. «Match it now» è il nome della campagna: promossa dal Centro nazionale trapianti, dal Centro nazionale sangue, dal Registro italiano donatori di midollo osseo, dalle federazioni Admo e Adoces e dall’associazione Adisco, prevede una serie di iniziative in 180 piazze italiane fino al prossimo 29 settembre (info su www.matchitnow.it).
Sarà quindi possibile sottoporsi a uno screening per candidarsi a diventare donatori, attraverso un campione salivare oppure a un prelievo venoso. «Aumentare il loro numero resta una priorità per il nostro sistema sanitario», dichiara Massimo Cardillo, numero uno del Centro nazionale trapianti. «Nel 2019 già 200 ragazzi hanno donato il proprio midollo e cambiato la vita di altrettante persone», ricorda Nicoletta Sacchi, direttore del laboratorio di istocompatibilità dell’ospedale Galliera di Genova, dove ha sede il registro nazionale.
Il trapianto. Ma perché è così importante - come testimoniano anche le due storie che raccontiamo nella pagina a fianco - iscriversi al registro? Il trapianto di midollo osseo - così definito, anche se quelle che vengono trapiantate sono le cellule staminali emopoietiche, raccolte dal midollo oppure dal sangue periferico - può rappresentare l’unica opzione terapeutica per i pazienti colpiti da talassemie, leucemie, linfomi, mielomi e, in alcuni casi, anche da tumori solidi e malattie autoimmuni. Sono oltre 5mila le procedure che vengono effettuate ogni anno in Italia. Come donatori, per tanti anni, si è proceduto con i fratelli compatibili. Ma le possibilità che ci sia piena corrispondenza sul piano genetico e immunologico è soltanto del 25%. Ciò significa poter dare una speranza soltanto a un paziente su quattro.
Così, per ovviare a questa limitazione, sono stati creati i registri dei donatori volontari e le banche di raccolta e conservazione del sangue cordonale (ulteriore fonte di cellule staminali). La donazione non compromette in alcun modo la salute di chi vi si sottopone, salvo i minimi rischi connessi all’anestesia necessaria per procedere al prelievo dal midollo che si effettua dalle ossa del bacino (aspetto che invece non sussiste nella donazione da sangue periferico). Sulla base delle necessità, della disponibilità e dell’idoneità del donatore è il medico che lo segue a proporre il tipo di donazione. Una volta individuata la compatibilità con un paziente, la persona viene sottoposta a ulteriori esami per confermare l’assenza di controindicazioni alla procedura: sempre anonima e su base volontaria.
Diventare donatori. Per iscriversi al registro nazionale dei donatori di midollo osseo occorre rispondere a una serie di requisiti: avere un’età compresa tra 18 e 35 anni, pesare almeno 50 chilogrammi ed essere in condizioni di buona salute. Per rendere concreta questa volontà - come è già stato fatto da oltre 550mila italiani - ci si può rivolgere a uno dei centri donatori sparsi in tutta Italia o alle associazioni di settore (Admo, Adoces) oppure, ancora, effettuare la prescrizione online (www.ibmdr.galliera.it) per poi essere ricontattati dal centro più vicino. L’iscrizione, una volta superato lo screening necessario alla caratterizzazione del profilo genetico, permette di diventare un potenziale donatore fino al compimento dei 55 anni.
Ci sono anche dei criteri di esclusione: è una gravidanza in corso, l’abitudine al consumo di alcol, la pratica di comportamenti sessuali a rischio, la presenza di malattie cardiovascolari, respiratorie, autoimmuni, psichiatriche e oncologiche (anche dopo la guarigione), oltre che gastrointestinali e del sistema nervoso centrale.