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Con i suoi oltre trecento ultracentenari, il Cilento è una terra di longevità e di salute. In un piccolo paesino di poche migliaia di persone, Acciaroli, la densità di individui che superano il secolo di vita è maggiore di quella raggiunta dalla studiatissima isola giapponese di Okinawa.

Alla ricerca del segreto per vivere sani e a lungo, un team internazionale di scienziati ha analizzato la popolazione cilentana nell’ambito di uno studio pilota intitolato CIAO (Cilento on Aging Outcomes Study) condotto dall’Università La Sapienza di Roma e dall’Università di San Diego in California.

I primi risultati, presentati oggi a Pollica durante il congresso «Alla ricerca dell’invecchiamento in buona salute: il futuro della medicina?», indicano che ai fattori importanti per invecchiare bene individuati fin qui dagli scienziati andrebbe aggiunto anche il microcircolo, cioè la circolazione del sangue nei vasi più sottili. Infatti, nonostante il fisiologico deterioramento dovuto all’invecchiamento, la perfusione degli organi dei centenari studiati dal team è paragonabile a quella dei soggetti di trent’anni più giovani.

Gli scienziati, guidati dal professor Salvatore Di Somma del Dipartimento di Scienze Medico-Chirurgiche e di Medicina Traslazionale de La Sapienza, hanno analizzato due gruppi di cilentani anziani: 29 «super-anziani» con un’età media di 92 anni e 52 parenti più giovani (età media di 60 anni), che condividono con i super anziani lo stesso background genetico, ambientale e stili di vita e per questo i ricercatori ipotizzano possano avere una simile aspettativa di vita.

Oltre alle abitudini e alle condizioni di salute raccolte con dei questionari, i ricercatori hanno prelevato dei campioni di sangue per eseguire l’analisi di alcuni biomarcatori legati a disfunzioni cardiache e renali. I risultati sono stati quindi confrontati con quelli di una coorte di 194 soggetti sani con un’età media di 63,9 anni, monitorati per oltre otto anni perché già arruolati nel « Malmö Preventive Project» dell’Università di Lund in Svezia.

Negli ultracentenari i ricercatori hanno scoperto bassi livelli ematici di un ormone ad azione ipotensiva, la adrenomedullina (ADM), regolatore della pressione sanguigna e della perfusione degli organi. Studi precedenti hanno mostrato che bassi livelli della forma bioattiva dell’ADM predicono e forniscono una diagnosi precoce di disturbi circolatori. «Concentrazioni molto basse di questo biomarcatore indicano un sistema endoteliale e del microcircolo ben funzionante in grado di consentire una buona perfusione sanguigna degli organi e dei muscoli», conclude il coordinatore professor Di Somma.

Più al riparo dalla minaccia delle malattie cardiovascolari, neurodegenrative e oncologiche, gli abitanti di Acciaroli seguono una dieta mediterranea, ricca di piante aromatiche come il rosmarino e la posizione montuosa del villaggio favorisce l’attività fisica. L’età media è di 92 anni per le donne e 85 per gli uomini contro una media italiana rispettivamente di 85 e 80. Indagare non soltanto le cause della longevità ma anche quali fattori contribuiscano maggiormente ad un invecchiamento sano è l’obiettivo di un numero crescente di studi scientifici. Il gruppo del professor Di Somma sta cercando ora di capire in che modo la dieta mediterranea seguita da questi ultracentenari influisce sui livelli di questo biomarcatore. L’intenzione è anche quella di trasferire in Cilento individui con bassi livelli di ADM per osservarne eventuali variazioni dovute all’ambiente.

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