La medicina di genere, quella che fa segnare differenze nell’approccio alla cura a seconda del sesso di un paziente, entra anche nella gestione del sovrappeso e dell’obesità. Sì, perché l’accumulo e la gestione dei chili di troppo differisce tra uomo e donna. L’ipotesi che i ricercatori coltivano da tempo, trova conferma in uno studio pubblicato sulla rivista «Aging» da un gruppo di specialisti degli ospedali Policlinico San Donato e San Raffaele e dell’Università di Milano. Dal loro lavoro emerge che, di fronte al cibo, gli uomini hanno una maggiore capacità di controllarsi. Aspetto che si accentua soprattutto in condizioni di eccesso di peso e che accentua dunque i rischi per le donne: più portate a innescare un circolo vizioso difficile da interrompere che le porta a consumare più cibo quando, in realtà, dovrebbero compiere qualche rinuncia.
Le donne sono portate a mangiare di più
Gli autori della ricerca hanno rilevato che le donne con un elevato indice di massa corporea hanno un metabolismo cerebrale in parte modificato rispetto allo stesso che si rileva tra gli uomini. Tra le signore, a risultare più attiva è l’area della corteccia orbitofrontale coinvolta nei meccanismi di gratificazione e ricompensa. A scapito invece di quella deputata al controllo e alla presa di decisioni. A queste conclusioni gli specialisti sono giunti dopo aver osservato il metabolismo cerebrale attraverso una Pet, che ha evidenziato questo effetto di genere nel gruppo di donne in sovrappeso o obese con un’età media di 74 anni (lo studio ha visto coinvolte soltanto persone anziane). Oltre all’aumentato metabolismo della corteccia orbitofrontale, prevalentemente nell’emisfero anteriore destro, sono stati riscontrati aumenti di connettività nella corteccia frontopolare e nell'insula destra. Mentre la prima è una regione chiave per la motivazione e il controllo delle funzioni complesse, come il comportamento orientato agli obiettivi, la seconda è associata ai processi di ricompensa legati al piacere di alimentarsi (la cosiddetta «fame edonica»).
Per la dieta occorre tenere conto anche del sesso
L'obesità differisce nelle donne e negli uomini per diversi aspetti: ormonali, ambientali e anche dietetici. La prevalenza è più elevata nelle donne (38,3%) rispetto agli uomini (34,3%): a tutte le età. «Anche se la spiegazione di queste diversità è ancora oggetto di studio, le ragioni più probabili sono da imputare anche agli effetti degli ormoni sessuali nella risposta del cervello al cibo - afferma Livio Luzi, responsabile dell’area di endocrinologia e malattie metaboliche del Policlinico San Donato di Milano -. La spiegazione di queste diversità è oggetto di studio, ma le ragioni più probabili sono da imputare anche agli effetti degli ormoni sessuali nella risposta del cervello al cibo. I dati analizzati in questo lavoro fanno pensare che l'esposizione a stimoli alimentari appetibili veda gli uomini più efficaci nel limitare l'assunzione di cibo».
Per le donne in sovrappeso sarebbe materialmente più difficile esercitare un controllo inibitorio della fame e del comportamento alimentare. I dati rilevati dovranno in futuro essere confermati in una popolazione di donne obese giovani, ma la differenza di genere dimostrata nell'associazione tra indice di massa corporea e metabolismo cerebrale porta a diverse considerazioni.
«Dal momento che i meccanismi neurofisiologici attraverso i quali riceviamo gratificazione dal cibo sono diversi, la cura e la prevenzione dell’obesità dovranno essere modulate in maniera conforme a queste differenze - chiosa l’esperto -. Soltanto così potremo offrire a ciascuno una soluzione più efficace per il controllo dell’alimentazione».
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