Si celebra oggi la giornata mondiale dell’epilessia, malattia neurologica che colpisce prevalentemente i bambini, di cui soffrono 500mila italiani, caratterizzata dalla predisposizione ad avere delle crisi epilettiche, fenomeni improvvisi di vario tipo, caratterizzati da un’anomala attività cerebrale e che si presentano spontaneamente, con frequenza non regolare e quindi non prevedibile. #EpilepsyDay.

UNA GUIDA PER CONOSCERE LA MALATTIA

«Non aver paura della crisi sapendo cosa fare» è lo slogan della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE) che, in occasione della giornata di oggi, ha redatto una guida completa alle epilessie che spiega anche cosa fare nel caso di un attacco epilettico.

Bisogna restare calmi, evitando agitazione e panico; posizionare qualcosa di morbido sotto la testa; non inserire mai oggetti nella bocca; non cercare di tenere ferma la persona durante la crisi, ma girarla di lato per far defluire i liquidi dalla bocca e misurare la durata della crisi: se va oltre i cinque minuti bisogna chiamare l’ambulanza. Per fornire tutte le informazioni su questa malattia, oggi sarà attivo il «telefono viola per le epilessie»: dalle 10 alle 17 chiamando il numero verde 800 595 496 si potrà parlare con un esperto della LICE. I principali monumenti d’Italia si tingeranno di viola, colore simbolo dell’epilessia.

CHE COSA È DOVUTA L’EPILESSIA

«Le epilessie di documentata o presunta origine genetica costituiscono il 25-30% di tutte le epilessie» si legge nella guida LICE. Questa malattia neurologica, infatti, è dovuta sia ad una predisposizione genetica, sia a lesioni cerebrali. Colpisce mediamente l’1% della popolazione e si manifesta con crisi di vario tipo nei primi anni di vita (entro i 12 anni nel 70% dei casi) con conseguenze negative sullo sviluppo psicomotorio e ricadute sul piano sociale.

Un terzo dei pazienti resiste al trattamento con i farmaci e, di questi, il 10-15% presenta una lesione cerebrale operabile. La chirurgia dell’epilessia è indicata solo quando l’area del cervello responsabile delle crisi è circoscritta e la sua asportazione non causa deficit neurologici.

GESTIRE UNA CRISI EPILETTICA IN CLASSE

Anche quest’anno il Bambin Gesù ha organizzato «la scuola non ha paura della crisi», iniziativa di formazione per sensibilizzare oltre 700 insegnanti e adolescenti di un centinaio di scuole di Roma e provincia sulla malattia, insegnando come gestire gli attacchi epilettici in classe.

«E’ scientificamente dimostrato che educare la scuola alla gestione dei bambini e dei ragazzi affetti da epilessia ne favorisce l’inserimento in classe, migliora la loro qualità di vita - con ricadute positive anche sui livelli di ansia dei genitori - e riduce sensibilmente gli accessi non necessari al pronto soccorso» sottolinea il professor Federico Vigevano, direttore del dipartimento di Neuroscienze e Neuroriabilitazione del Bambino Gesù. «Ancora oggi purtroppo, questi giovani sono vittime di pregiudizi e limitazioni in vari ambiti della loro vita. E’ per questo che discriminazione ed emarginazione vanno combattute con ogni iniziativa di informazione, formazione e sensibilizzazione possibile».

CANI CHE SENTONO L’ARRIVO DELLA CRISI

Alcuni cani sembrano essere in grado di percepire quando una persona stia per avere una crisi: sviluppano un comportamento fisso che il proprietario impara a riconoscere ed a utilizzare come preavviso. La ragione di questa capacità è ancora sconosciuta. Per questo, la Facoltà di Medicina Veterinaria e dall’Ospedale Universitario di Ghent, con la collaborazione di Support Dogs e Medical Detection Dogs nel Regno Unito, ha avviato un progetto chiamato «Epidogs» per valutare i meccanismi alla base di questo «allarme», con l’obiettivo finale di facilitare l’addestramento dei cani per prevedere accuratamente le crisi epilettiche. Per partecipare, visitare il sito di Epidogs.


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