E' gia ampiamente utilizzato in oculistica per diagnosticare la maculopatia (patologia della retina) ora si è scoperto come possa essere utile per prevedere l'andamento della sclerosi multipla. La scoperta a seguito di uno studio condotto da Peter Calabresi della John Hopkins university di Baltimora, su diversi pazienti con sclerosi multipla. Grazie a questo studio si potrebbero applicare terapie preventive, atte a ritardare danni di tipo neurologici causati dalla patologia stessa.