In Italia, un adulto su dieci tra coloro che provano a smettere di fumare lo fa usando la sigaretta elettronica. La e-cig viene utilizzata, infatti, come ausilio per abbandonare l’abitudine al fumo, tre volte più degli altri metodi tradizionali (farmaci, centri antifumo e altro).
Tuttavia, la probabilità di successo è minore tra chi tenta di smettere usando la e-cig (8%) rispetto a chi usa i metodi tradizionali (15%) e non è troppo diversa dalla probabilità di cessazione di chi tenta di smettere da solo, ovvero senza ausili (9%).
Sono questi i principali risultati dello studio pubblicato sulla rivista “Preventive Medicine”, coordinato dall’Istituto superiore di sanità a partire dai dati della sorveglianza “PASSI”. Si tratta di uno degli studi più grandi condotti sino ad oggi in Europa che esplora l’uso della sigaretta elettronica come ausilio per smettere di fumare su un campione di oltre 6000 soggetti adulti (18-69 anni) residenti in Italia e intervistati tra il 2014 e il 2015.
«Il boom delle sigarette elettroniche, avvenuto in Italia nel 2012 e 2013, ha sicuramente avuto un effetto positivo nell’aumentare il numero di fumatori che tenta di smettere – affermano gli autori della ricerca – Però, questo lavoro mette in evidenza che, se i fumatori che hanno optato per la sigaretta elettronica avessero scelto i metodi tradizionali per smettere, avrebbero avuto più successo nel rimanere astinenti.
Purtroppo, oggi in Italia i metodi tradizionali per abbandonare il fumo non vengono rimborsati dal Servizio Sanitario Nazionale e sono più costosi della sigaretta elettronica. Un intervento di sanità pubblica auspicabile sarebbe proprio rendere rimborsabili questi metodi, come già avvenuto in altri Paesi europei».