Nel complesso, hanno numeri contenuti: messi assieme, raggiungono i tremila casi. Ma i tumori del testicolo e del pene devono combattere una sfida che non comincia mai ad armi pari: contro il pudore, i tabù e la scarsa cultura della prevenzione che continua a registrarsi tra gli uomini.

Le donne, in linea di massima, vanno regolarmente dal ginecologo. I loro compagni meno dal corrispettivo specialista - l’urologo - e sono pure meno attenti nel riconoscere i campanelli d’allarme delle due malattie. Risultato? Diagnosi che continuano con troppa frequenza a essere tardive. «Stupisce come ancora oggi ci siano pazienti che arrivano dall’oncologo con una malattia in fase avanzata - spiega Roberto Salvioni, direttore della struttura complessa di chirurgia urologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano -. I dati, nonostante come categoria ne parliamo da tempo, continuano a non cambiare: otto uomini su dieci non si sottopongono neppure a una visita urologica nella loro vita. È inutile dunque stupirsi se la diagnosi di un tumore dei testicoli avviene per caso: quando la coppia si rivolge a un centro per problemi di infertilità, giusto per fare un esempio».

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Prevenzione per il pene

Da qui l’impegno per cambiare l’approccio dei maschi alla prevenzione e alla diagnosi precoce: educarli fin da piccoli a un’attenta igiene e all’autocontrollo di genitali e pene. Sono le due regole salvavita che tutti dovrebbero rispettare a partire dai dieci anni. «Ai bambini va insegnato come detergere correttamente le parti intime prima dell’inizio della vita sessuale - aggiunge lo specialista -. Questo vale sempre e soprattutto per gli uomini che alla nascita non sono stati sottoposti alla circoncisione. Nelle popolazioni maschili in cui è presente questa pratica, il rischio di tumore del pene è molto basso».

La ragione? La preservazione del prepuzio, cioè della piega cutanea che ricopre il glande, fa sì che con grande facilità si formino ristagni di secrezioni. Alla lunga, si crea uno stato di irritazione cronica che rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia oncologica.

«Imparare a detergersi accuratamente, anche nella zona sotto il glande - puntualizza Salvioni - evita anche la fimosi, il principale fattore di rischio di tumore del pene. Si tratta della formazione di tessuto cicatriziale a seguito di una condizione infiammatoria cronica, che impedisce di scoprire il glande».

Altre indicazioni da seguire in chiave preventiva: non fumare, usare il profilattico (fin dai preliminari), vaccinarsi contro l’Hpv (entro i 12 anni), proteggere i genitali da raggi ultravioletti e psoraleni (si usano per la cura della psoriasi).

Cura dei testicoli

Il momento dedicato all’igiene personale diventa l’occasione per controllare anche i testicoli. «Bisogna scardinare quei tabù che sono ancora radicati in molte famiglie - sottolinea Salvioni -. Proprio toccandosi i testicoli nel momento dell’igiene quotidiana, come si dovrebbe fare dalla pubertà in avanti, è possibile cogliere differenze nella forma, oppure nella consistenza, che potrebbero essere un segnale precoce di malattia. Così come, osservando e palpando il pene, si possono trovare macchie, rigonfiamenti e in generale qualcosa di diverso dal solito, da segnalare al proprio medico». Per la prevenzione valgono gli stessi consigli già diffusi, a cui occorre aggiungere (per i genitori) il controllo fin dalla nascita della posizione dei testicoli del bambino.

Il criptorchidismo, che si configura in caso di mancata discesa di uno dei due organi, può aumentare fino a dieci volte il rischio di tumore. Ma le probabilità si riducono se l’anomalia viene corretta chirurgicamente. In caso di malattia, invece, la scelta del trattamento e la probabilità di guarigione dipendono dallo stadio della malattia.

Il tumore del testicolo si cura con successo in nove casi su dieci quando la diagnosi è precoce. La chirurgia è la terapia principe, ma va eseguita solo in centri di eccellenza. Abbiamo dati positivi elevati anche per quanto riguarda il tumore del pene: se viene colto precocemente, è possibile intervenire con un mix di laser e chemioterapia, con la conservazione dell’organo in oltre sei casi su dieci».

Twitter @fabioditodaro


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