Si celebra il 7 aprile la Giornata mondiale della Salute, voluta dall’Oms con l’obiettivo di fare in modo che tutti possano avere accesso alle cure di cui hanno bisogno, nessuno escluso. Le disuguaglianze di salute sono, infatti, numerose sia tra paesi diversi sia all’interno di uno stesso paese.

La salute è un diritto universale e la copertura sanitaria universale è l’obiettivo numero uno dell’Oms che con la Giornata mondiale della salute (hashtag #HealthForAll) vuole ricordare ai leader mondiali che tutti dovrebbero essere in grado di accedere all’assistenza di cui hanno bisogno, dove e quando ne hanno bisogno, realtà che si verifica solo per un essere umano su due.

Inoltre, aspetto spesso trascurato, la salute riguarda letteralmente grandi temi fondamentali come la pace, la crescita economica e lo sviluppo dei popoli. «La salute degli altri ci riguarda tutti per tante ragioni, e non solo perché in un mondo globalizzato le popolazioni si muovono» spiega Stefano Vella, direttore del Centro nazionale salute globale dell’Istituto superiore di sanità e condirettore del Festival della Salute Globale, organizzato a Padova dal 5 al 7 aprile, da Editori Laterza e promosso dal Comune e dall’Università patavina.

Giuristi, economisti, sociologi, medici, epidemiologi, politici e amministratori, medici e ricercatori si incontreranno per affrontare per la prima volta la salute in modo multidisciplinare e andando oltre l’approccio squisitamente medico e sanitario, con 150 relatori da 25 paesi in oltre 50 incontri. Ad aprire il Festival sarà l’economista della Columbia University Jaffrey Sachs, che parlerà di «valore della salute», che «è etico ma anche economico – spiega Vella – perché la salute è un enorme motore economico».

Numerosi ospiti illustri, solo per elencarne alcuni Suerie Moon, direttore della ricerca e copresidente del Forum on Global Governance for Health presso l’Harvard Global Health Institute; Chris Beyer, professore di Salute pubblica e diritti umani ed Epidemiologia, Salute internazionale, Salute Comportamento e Società presso l’Università Johns Hopkins di Baltimora; Helena Nordenstedt del Karolinska Intitute (Svezia).

«La salute è un tema tanto ampio e cruciale come per certi versi è quello del cambiamento climatico» spiega Vella. Questo aspetto sarà affrontato da un ospite molto atteso, Richard Horton, direttore di Lancet, intitolato «Dalla salute globale alla salute del pianeta»

«In un mondo interconnesso, non possiamo non preoccuparci del ritorno di certe malattie infettive che ancora distruggono certi paesi» spiega Vella. Il Festival della Salute Globale sarà anche una ottima opportunità per parlare di lotta alle epidemie, di diritti umani, di sicurezze sanitaria e di sostegno finanziario della salute globale, come sottolinea in una nota il Fondo Globale, organismo multilaterale internazionale (cui fa parte anche l’Italia, con contributi pari a 1,2 miliardi di dollari dal 2002, posizionandosi come nono maggior donatore pubblico del Fondo, il cui rifinanziamento sarà stabilito il prossimo 19 ottobre a Lione) che mira a eradicare malaria, tubercolosi e Aids dal mondo entro il 2030 come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu. Queste malattie che continuano a mietere vittime: ogni anno un milione di persone – pari a 2.600 persone al giorno – muoiono a causa dell’Aids e la tubercolosi (Tbc) miete ancora più vittime: 1,6 milioni di persone nel 2017, pari a oltre 4.000 persone al giorno.

Per i direttori del Festival Stefano Vella e Walter Ricciardi, «Quello che avremmo dovuto globalizzare e non ci siamo ancora riusciti è il diritto alla salute. È possibile farlo ed è urgente: facciamolo ora». Il programma del festival della salute globale, di cui La Stampa è media partner, è consultabile qui: www.festivalsaluteglobale.it