Non lasciare che la perdita dell’udito ti limiti. È questo lo slogan scelto dall’Oms per la Giornata mondiale dell’udito che si celebra oggi in tutto il mondo. Ipoacusia e sordità possono minare la salute e la sicurezza delle persone che ne soffrono, ad ogni età e in ogni paese. Per questo, tre sono i messaggi chiave dell’Oms, che nel 2018 ha deciso di istituire una commissione speciale, il World Hearing Forum, dedicata specificatamente a questo senso spesso negletto: «In tutte le fasi della vita, la comunicazione e la buona salute dell'udito ci collegano l'un l'altro, alle nostre comunità e al mondo. Per chi ha problemi di udito, interventi appropriati e tempestivi possono facilitare l'accesso all'istruzione, al lavoro e alla comunicazione. A livello globale, manca l’accesso ad interventi necessari per far fronte alla perdita dell'udito, come gli apparecchi acustici. L'intervento precoce dovrebbe essere reso disponibile attraverso i sistemi sanitari».
Secondo i dati del Ministero della Salute, gli italiani con problemi di udito sono oltre 7 milioni, l’11,7% della popolazione. Nel nostro Paese l’ipoacusia riguarda una persona su tre (tra gli over 65). Eppure, solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. Solo il 25% di coloro che potrebbero averne beneficio usa l’apparecchio acustico, nonostante l’87% di chi ne fa uso, dichiari migliorata la propria qualità di vita. Secondo l’Oms, il 59% della disabilità attribuibile ai problemi di udito sarebbe ridotta se tutti ricorressero a un dispositivo; invece, l’83% di chi ne avrebbe bisogno non li usa affatto.
Secondo uno studio di MED-EL, leader mondiale nel campo delle soluzioni per l’udito, su 12.000 intervistati, quasi un terzo (31%) degli adulti non ha mai effettuato un test dell'udito. Per quanto riguarda gli italiani, circa un migliaio quelli contattati dalla survey condotta complessivamente in 13 paesi del mondo, se dovessero perdere l'udito, la maggiore preoccupazione sarebbe quella di avere difficoltà di comunicazione e la frustrazione che ne deriverebbe (28%); 2 persone su 10 (21%) temono che possa portare all'isolamento sociale. Inoltre, in caso di effettiva difficoltà uditiva, il 20% dei nostri connazionali dichiara di limitarsi semplicemente a sorridere e annuire.
Il 45% degli intervistati dichiara di avere un familiare stretto con problema di udito: tuttavia, ben il 42% non si è mai sottoposto al controllo, reputando che non si tratti di una priorità. «Questi dati evidenziano come sia necessario un cambiamento culturale, che promuova la consapevolezza sul tema della diagnosi e dei controlli preventivi, così che si riservi la stessa attenzione che viene rivolta ad altre patologie» ha dichiarato il dottor Diego Zanetti, Medico Specialista ORL e Audiologo presso Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. «È necessario, inoltre, che l’opinione pubblica comprenda quali sono le problematiche derivanti dalla disabilità uditiva e quali le possibili soluzioni oggi a disposizione. Riuscire a rilevare tempestivamente e con una valutazione puntuale eventuali problemi di udito ad uno stadio iniziale è fondamentale e consente di trovare la soluzione più idonea alle caratteristiche del singolo paziente».
Secondo gli istituti di sanità americani NIH, non prendersi cura del proprio udito costa circa 750 miliardi di dollari all'anno in tutto il mondo. L’Associazione Europea dei Fabbricanti di protesi acustiche EHIMA stima che la spesa annua per ricerca e sviluppo delle aziende produttrici è in crescita, con un incremento - dal 2010 al 2017 - del 75% a conferma dell’enorme spinta all’innovazione tecnologia del comparto. Il ricorso ai dispositivi per l’udito resta però basso: solo il 29,5% (dati Censis) nonostante il livello di soddisfazione degli utilizzatori sia tra i più alti in Europa (81%).
La V Giornata dell’Udito è dedicata anche alla prevenzione, cruciale soprattutto nei bambini, nei quali il 60% dei casi di ipoacusia potrebbe essere evitato con adeguate misure di prevenzione, e nei giovani: sono oltre un miliardo nel mondo, infatti, i giovani tra 12 e 35 anni la cui capacità uditiva è a rischio a causa dell’esposizione eccessiva nei momenti ricreativi. L’hashtag della giornata è #WorldHearingDay
Non lasciare che la perdita dell’udito ti limiti. È questo lo slogan scelto dall’Oms per la Giornata mondiale dell’udito che si celebra oggi in tutto il mondo. Ipoacusia e sordità possono minare la salute e la sicurezza delle persone che ne soffrono, ad ogni età e in ogni paese. Per questo, tre sono i messaggi chiave dell’Oms, che nel 2018 ha deciso di istituire una commissione speciale, il World Hearing Forum, dedicata specificatamente a questo senso spesso negletto: «In tutte le fasi della vita, la comunicazione e la buona salute dell'udito ci collegano l'un l'altro, alle nostre comunità e al mondo. Per chi ha problemi di udito, interventi appropriati e tempestivi possono facilitare l'accesso all'istruzione, al lavoro e alla comunicazione. A livello globale, manca l’accesso ad interventi necessari per far fronte alla perdita dell'udito, come gli apparecchi acustici. L'intervento precoce dovrebbe essere reso disponibile attraverso i sistemi sanitari».
Secondo i dati del Ministero della Salute, gli italiani con problemi di udito sono oltre 7 milioni, l’11,7% della popolazione. Nel nostro Paese l’ipoacusia riguarda una persona su tre (tra gli over 65). Eppure, solo il 31% della popolazione ha effettuato un controllo dell’udito negli ultimi 5 anni, mentre il 54% non l’ha mai fatto. Solo il 25% di coloro che potrebbero averne beneficio usa l’apparecchio acustico, nonostante l’87% di chi ne fa uso, dichiari migliorata la propria qualità di vita. Secondo l’Oms, il 59% della disabilità attribuibile ai problemi di udito sarebbe ridotta se tutti ricorressero a un dispositivo; invece, l’83% di chi ne avrebbe bisogno non li usa affatto.
Secondo uno studio di MED-EL, leader mondiale nel campo delle soluzioni per l’udito, su 12.000 intervistati, quasi un terzo (31%) degli adulti non ha mai effettuato un test dell'udito. Per quanto riguarda gli italiani, circa un migliaio quelli contattati dalla survey condotta complessivamente in 13 paesi del mondo, se dovessero perdere l'udito, la maggiore preoccupazione sarebbe quella di avere difficoltà di comunicazione e la frustrazione che ne deriverebbe (28%); 2 persone su 10 (21%) temono che possa portare all'isolamento sociale. Inoltre, in caso di effettiva difficoltà uditiva, il 20% dei nostri connazionali dichiara di limitarsi semplicemente a sorridere e annuire.
Il 45% degli intervistati dichiara di avere un familiare stretto con problema di udito: tuttavia, ben il 42% non si è mai sottoposto al controllo, reputando che non si tratti di una priorità. «Questi dati evidenziano come sia necessario un cambiamento culturale, che promuova la consapevolezza sul tema della diagnosi e dei controlli preventivi, così che si riservi la stessa attenzione che viene rivolta ad altre patologie» ha dichiarato il dottor Diego Zanetti, Medico Specialista ORL e Audiologo presso Fondazione IRCCS Ca’ Granda, Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. «È necessario, inoltre, che l’opinione pubblica comprenda quali sono le problematiche derivanti dalla disabilità uditiva e quali le possibili soluzioni oggi a disposizione. Riuscire a rilevare tempestivamente e con una valutazione puntuale eventuali problemi di udito ad uno stadio iniziale è fondamentale e consente di trovare la soluzione più idonea alle caratteristiche del singolo paziente».
Secondo gli istituti di sanità americani NIH, non prendersi cura del proprio udito costa circa 750 miliardi di dollari all'anno in tutto il mondo. L’Associazione Europea dei Fabbricanti di protesi acustiche EHIMA stima che la spesa annua per ricerca e sviluppo delle aziende produttrici è in crescita, con un incremento - dal 2010 al 2017 - del 75% a conferma dell’enorme spinta all’innovazione tecnologia del comparto. Il ricorso ai dispositivi per l’udito resta però basso: solo il 29,5% (dati Censis) nonostante il livello di soddisfazione degli utilizzatori sia tra i più alti in Europa (81%).
La V Giornata dell’Udito è dedicata anche alla prevenzione, cruciale soprattutto nei bambini, nei quali il 60% dei casi di ipoacusia potrebbe essere evitato con adeguate misure di prevenzione, e nei giovani: sono oltre un miliardo nel mondo, infatti, i giovani tra 12 e 35 anni la cui capacità uditiva è a rischio a causa dell’esposizione eccessiva nei momenti ricreativi. L’hashtag della giornata è #WorldHearingDay