Il comitato d'appello Ue ha dato a maggioranza un'opinione positiva alla riautorizzazione per cinque anni all'utilizzo del, il contestato diserbante prodotto dalla Monsanto, come proposto dalla Commissione Europea. La proposta è stata approvata a maggioranza qualificata, con 18 voti favorevoli, 9 contrari e un astenuto. Per il commissario europeo alla Salute e alla Sicurezza alimentare Vytenis Andriukaitis, «il voto di oggi mostra che, se tutti lo vogliamo, siamo in grado di condividere e di accettare le nostre responsabilità collettive nel processo decisionale».

Gli Stati che hanno votato contro la riautorizzazione sono l'Italia, il Belgio, la Grecia, la Francia, la Croazia, Cipro, il Lussemburgo, Malta e l'Austria. Si è astenuto il Portogallo. La proposta votata oggi dal comitato di appello gode del sostegno più ampio possibile da parte degli Stati, osservano fonti Ue, assicurando nel contempo un «elevato livello di protezione» della salute umana e dell'ambiente, in linea con le leggi Ue. La Commissione ora adotterà la decisione prima che l'autorizzazione in vigore scada il 15 dicembre, come previsto dalla legge comunitaria: quando il comitato d'appello, che viene costituito per decidere quando il comitato competente (in questo caso il Paff, Plants, Animals, Food and Feed; Piante, animali, cibo e mangimi) non riesce ad arrivare ad una decisione, dà opinione positiva, la Commissione adotta l'atto di implementazione.

Il Parlamento aveva chiesto uno stop totale all'erbicida Monsanto entro 5 anni cominciando immediatamente con la probizione di usarlo negli spazi pubblici, nei giardini privati e negli usi non necessari alla coltivazione. La Coldiretti dal canto suo ha indicato che in Italia resta il divieto di uso del glifosato nelle aree frequentate dalla popolazione o da «gruppi vulnerabili» come parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie, ma anche in campagna in pre-raccolta «al solo scopo di ottimizzare il raccolto o la trebbiatura».

La Coldiretti sottolinea che gli effetti del decreto del Ministero della Salute in vigore dal 22 agosto del 2016 «non vengono modificati dalla decisione dell'Unione europea di rinnovare per 5 anni la licenza di utilizzo». L'associazione indica anche che l'Italia «deve fare in modo che le misure precauzionali introdotte a livello nazionale riguardino coerentemente anche l'ingresso in Italia di prodotti stranieri trattati con modalità analoghe come il grano proveniente dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato proprio nella fase di preraccolta».

Un principio che - continua la Coldiretti - deve essere ben evidenziato anche nell'ambito dell'accordo di libero scambio tra Unione Europea e Canada (Ceta) che «prevede invece l'azzeramento strutturale dei dazi indipendentemente dagli andamenti di mercato». Circa un miliardo di chili di grano, indica la Coldiretti, «sono infatti sbarcati lo scorso anno dal Canada dove viene fatto un uso intensivo di glifosato nella fase di pre-raccolta per seccare e garantire artificialmente un livello proteico elevato».

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