Può più una ninna nanna sussurrata al pancione che sonagli, peluche e pareti in tonalità rilassanti per la nuova cameretta. Cantare al grembo materno, nei mesi di attesa del lieto evento, è il miglior calmante: il futuro bebè piangerà di meno.
Le prove del potere dell'ugola di mamma le fornisce la scienza. Una nuova ricerca italiana, condotta su circa 170 donne incinte seguite prima e dopo il parto, ha permesso a un team guidato da scienziati dell'università di Milano-Bicocca di dimostrare che il modo migliore per avere un neonato felice e contento è cantargli dolci melodie nel
periodo prima della nascita.
Nello studio pubblicato su 'Women and Birth' (rivista dell'Australian College of Midwives), le 168 mamme arruolate alla 24esima settimana di gestazione sono state divise in 2 gruppi: uno composto da 83 'canterinè, l'altro da 85 'silenziosè. I bebè nati da mamme che hanno intonato ninne nanne sia durante la gravidanza che dopo il parto hanno avuto periodi molto più brevi di pianto, con un'incidenza di vagiti nel primo mese di vita pari al 18,5% contro il 28,2% dei
piccoli non accompagnati nel pancione dal canto materno.
L'effetto calmante si è avvertito anche sul fronte delle coliche che spesso disturbano i neonati. I piccoli che avevano potuto godere delle coccole sonore di mamma tendevano a piangere per circa un quarto del tempo, e la riduzione di attacchi si è osservata anche nel secondo mese di vita. Un dato inferiore è stato registrato poi nei risvegli
notturni (1,5% contro 4,5%).
Cantando ninne nanne fin quando il bebé è nel pancione, «le mamme potrebbero migliorare il legame» con i loro neonati, concludono gli autori del lavoro. L'abitudine canora «potrebbe avere anche effetti positivi sul comportamento neonatale e sullo stress materno».