L’Ictus da fenomeno acuto a malattia cronica. In Europa, si muore di meno ma complessivamente il vecchio continente registra un aumento del numero totale degli eventi e le persone colpite convivono con importanti disabilità. Lo mostra l’analisi condotta dal King’s College su 35 Paesi Europei in contemporanea e presentato davanti a decine di membri del Parlamento Europeo da Jon Barrick, Presidente di SAFE Stroke Alliance for Europe e Valeria Caso, Presidente dell’European Stroke Organization.

I dati raccolti nello studio «Burden of Stroke» indicano che tra il 2015 e il 2035 ci sarà complessivamente un aumento del 34% nel numero totale degli eventi cerebrovascolari acuti nell’Unione Europea, dai 613.148 casi nel 2015 agli 819.771 nel 2035. Quanto al numero delle persone colpite da ictus come condizione cronica, le stime mostrano che passerà da 3.718.785 nel 2015 a 4.631.050 nel 2035, rappresentando quindi un incremento del 25% pari circa a 1 milione di persone in Europa.

Il costo totale dell’ictus in Europa è stimato nel 2015 in 45 miliardi di euro ed è destinato ad aumentare, includendo sia i costi derivanti dall’assistenza sanitaria sia quelli indiretti a carico delle famiglie e delle società.

DIMINUISCE LA MORTALITÀ, AUMENTANO DISABILITÀ E COSTI

«Anche se, in Europa, il tasso di mortalità legato all’ictus cerebrale è diminuito nel corso degli ultimi 20 anni, l’ictus cerebrale rimane una catastrofe umanitaria che si verifica sotto i nostri occhi perché più persone sopravvivono all’ictus e sono sempre più le persone che rimangono con gravi disabilità» ha dichiarato Jon Barrick Presidente di Stroke Alliance for Europe. Il costo totale dell’ictus in Europa è stimato nel 2015 in 45 miliardi di euro ed è destinato ad aumentare. «Il peso economico e sociale complessivo dell’ictus aumenterà drammaticamente nei prossimi 20 anni a causa dell’invecchiamento della popolazione. Gli organi decisionali in Europa devono individuare il modo migliore per combattere l’ictus cerebrale e rendere più facile la vita per coloro che sopravvivono all’ictus e alle loro famiglie».

PIANIFICARE STRATEGIE E CONDIVIDERE LE BUONE PRATICHE

Un confronto a livello europeo sull’ictus e sull’assistenza sono fondamentali per aiutare ogni singolo Paese a mettere in atto strategie di prevenzione efficace per questa patologia, fornire un’assistenza adeguata e appropriata e supportare tutti quelli che vengono colpiti da ictus.

SAFE invita ogni Paese Europeo ad istituire un registro nazionale per l’ictus al fine di mantenere un adeguato controllo sulla patologia, monitorare le risorse e le prestazioni erogate ma soprattutto condividere tra paesi le buone pratiche e i modelli di cura vincenti adottati dai singoli paesi.

IN ITALIA, L’INCIDENZA NON AUMENTA

Nel nostro paese, dati recenti indicano che negli ultimi vent’anni l’incidenza di primi episodi di ictus è diminuita del 29%; sono 930.000 coloro che riportano effetti invalidanti a causa di questa patologia e 120.000 i nuovi casi ogni anno. Secondo SAFE, per non farsi travolgere da questa «gigantesca onda che sta per abbattersi su di noi è necessario un piano di azione comune contro l’ictus».


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