ROMA - Secondo i dati elaborati dalla Simeup (la società italiana di medicina dell'emergenza urgenza pediatrica) e discussi al 68esimo congresso della Società italiana di pediatria, in 8 anni i bambini che arrivano al Pronto Soccorso sono aumentati del 10%, ovvero dai 418mila del 2002 ai 457mila del 2010.

Tuttavia, solo un caso su 100 e un codice rosso, mentre il 90% dei piccoli accolti da strutture di emergenza-urgenza potrebbe essere curato senza arrivare in ospedale, dato che a tanto ammontano i codici bianci (il 23%, quelli non critici di pazienti non urgenti) e i verdi (il 67%, poco critici, senza rischi evolutivi e con prestazioni differibili).

Dalla rilevazione Simeup su 10 ospedali pediatrici italiani, sono emersi anche alcuni casi limite come quello del Meyer di Firenze che ha registrato un +76% o l'ospedale pediatrico Alesi di Ancona con +52%, inoltre al Bambin Gesù di Roma si sono registrati incrementi superiori alla media con un +25%.

"La crescita degli accessi ha varie cause", ha spiegato il Presidente Simeup Gianni Messi, a partire dal fatto che il Pronto soccorso, a differenza dell'assistenza pediatrica di base, "è un presidio aperto 24 ore su 24 che eroga prestazioni tempestive", ma soprattutto "incidono fattori emotivi" visto che si arriva in Pronto Soccorso spesso per disturbi lievi, perché "i genitori investono molto sui figli, spesso unici, e chiedono prestazioni pressoché immediate e tranquillizzanti. Questo fa sì che nonostante la popolazione infantile diminuisca, le richieste di prestazioni urgenti aumentano a un ritmo del 2-3% l'anno". I genitori, poi, spesso commettono l'errore di "non interpellare nemmeno telefonicamente il pediatra", ha aggiunto Pasquale Di Pietro, coordinatore del Dea dell'ospedale Gaslini di Genova. Quindi non solo fanno un uso improprio del Pronto Soccorso, ma spesso non usano "il 118 per accedere, errore grave per i codici critici".

Per evitare i troppi accessi impropri, la Simeup Lazio ha stilato un "vademecum" per i genitori distinguendo i problemi che possono rappresentare un serio pericolo (ferite, perdita di coscienza, forte letargia, problemi respiratori che portano alla cianosi, traumi alla testa) da quelli per i quali è possibile attendere e fronteggiare con una terapia domiciliare (mal d'orecchio, mal di gola, influenza, nausea, mal di stomaco, ma anche poca diarrea o vomito).