Il debutto in Italia del 5G, il nuovo Internet ultraveloce, è fissato per il 2020. Promette una navigazione cento volte più veloce dell’attuale ma aumentano anche le preoccupazioni di chi nutre molte perplessità sui rischi per i cittadini delle onde presenti già oggi.
Nulla di accertato, nulla di definitivo, è la risposta di Andrea Passarella, ricercatore dell’Istituto di Informatica e Telematica del Cnr di Pisa, responsabile per l’istituto del Gruppo di Ricerca “Ubiquitous Internet” e autore di numerosi studi di ricerca nel settore delle reti mobili e dei sistemi distribuiti.
Eppure molti sindaci stanno fermando il 5G sui loro territori e anche il Codacons si è unito annunciando di voler lanciare una crociata contro la nuova tecnologia. Che cosa c’è di fondato in questi timori?
“Non molto. Che io sappia, non ci sono dati conclusivi per sostenere né un maggiore né un minore impatto della tecnologia 5G rispetto alle tecnologie cellulari attuali. Così come non sembra che ci siano rischi particolari creati da altri tipi di tecnologie senza fili, come le reti WiFi”
Ci sono però persone che hanno in passato denunciato problemi, ci sono cause in corso. Come spiegare gli effetti negativi creati?
“Anche sulle tecnologie attuali non esiste una risposta definitiva. Molto dipende dall’uso che se ne fa. Quelli che hanno sviluppato problemi stavano per tutto il giorno con il telefonino attaccato all’orecchio. Si tratta comunque di apparecchi che emettono energia: con utilizzi così continui e costanti è possibile che in alcuni soggetti si creino problemi con le onde che vengono diffuse”.
Una delle obiezioni di chi è contrario è la maggiore potenza del 5G che quindi avrebbe maggiori possibilità di creare problemi. Che cosa c’è di vero?
“Da questo punto di vista, la tecnologia 5G non è un cambiamento così radicale rispetto a quella che stiamo utilizzando attualmente. Non cambia il tipo di frequenze utilizzate portandole in uno spettro radicalmente diverso. Mi sembra plausibile che non ci siano maggiori rischi anche per la salute umana. Ragionevolmente non dovrebbero essercene ma una risposta definitiva non esiste ancora allo stato attuale delle conoscenze”.
C’è chi ha paragonato i rischi dell’arrivo del 5G per la salute a quelli dell’amianto. Le sembra un paragone corretto?
“Francamente mi sembra un paragone eccessivo. E’ come confrontare questi rischi con lo smog delle città. Si tratta di materie del tutto diverse e da un punto di vista del tipo di emissioni non ci sono grandi novità”.