NEW YORK - Uno studio su 400mila persona ha mostrato che gli amanti del caffè vivono più a lungo di chi non lo beve.

Secondo quanto è stato riportato dal "New England Journal of Medicine", il caffè riduce il rischio di morte per malattie cardiache, ictus, infezioni, lesioni o incidenti.

La ricerca è stata compiuta da studiosi americani del National Cancer Institute presso i National Institutes of Health americani gudati da Neal Freedman ed è durata tanti anni.

Gli scienziati hanno consultato i registri nazionali per controllare i decessi nel periodo del monitoraggio e le cause di morte.

All'inizio della ricerca, tutti i partecipanti hanno dato risposte a domande sul proprio stile di vita, abitudini alimentari e quant'altro. Fatti i dovuti calcoli, è emerso che, a parità di altre abitudini negative come per esempio il fumo, gli uomini che bevono da 2 a 6 caffè al giorno hanno un rischio di morte ridotto del 10% rispetto ai coetanei che si astengono dal caffè, mentre le donne hanno un rischio ridotto del 16%.

Quindi la cosiddetta tazzina non tiene solo svegli, ma è anche un passepartout per la longevità. Ad ogni modo gli autori dello studio non si sbilanciano su ciò, però potrebbe essere che la nera bevanda, già in alcuni studi dimostratasi capace di difendere la salute del fegato e dal diabete, contenga sostanze benefiche per la salute generale dell'organismo, sebbene ancora non siano state individuate con la massima certezza. Infatti, il caffé contiene oltre mille sostanze diverse che andrebbero testate per verificarne i potenziali effetti sull'aspettativa di vita.