ROMA - Un'indagine dell'Istituto Superiore di Sanità e dell'Associazione dei Cardiologi Ospedalieri, che ne aggiorna una analoga di dieci anni fa, ha rilevato che il cuore degli italiani è a rischio, con quasi tutti gli indicatori a livelli preoccuppanti.
Infatti, il 40% delle persone sono in sovrappeso, in calo rispetto al 42% del 1998-2002, anche se crescono dal 21 al 26% gli obesi, mentre il colesterolo alto sale al 38% dal 24%. Inoltre, il rischio globale è fino al 25% più alto in chi ha la licenza media. L'ipertensione si mantiene stabile e la sedentarietà scende, seppur di poco.
"Potenziare le strategie di prevenzione dovrà essere uno dei focus intorno ai quali far ruotare gli obiettivi delle future programmazioni sanitarie - ha dichiarato Enrico Garaci, presidente dell'Iss - Molto è stato fatto, ma molto resta da fare se sette italiani su dieci sono ancora in sovrappeso".
Lo studio ha esaminato 8500 persone fra i 35 e i 79 anni, a cui sono stati misurati i principali parametri vitali. Tuttavia, dal confronto con la ricerca del 2002, sono poche le buone notizie fra cui una diminuzione dei fumatori, che però è "compensata" in negativo, ad esempio, da un aumento significativo dei diabetici, o da un consumo di sale che rimane molto superiore alla media europea.
"Il 12% degli uomini e il 10% delle donne hanno o hanno avuto una malattia cardiovascolare - ha spiegato Diego Vanuzzo dell'Anmco Fondazione per il Tuo Cuore - Si comprende il carico di sofferenza umana ed i costi economici di queste condizioni di malattia prevenibili".