In base ai dati raccolti dai ricercatori dell'Università di Sydney, il rischio di morte è più elevato del 40% per le persone che dicono di restare sedute per almeno 11 ore al giorno, rispetto a chi sta seduto meno di quattro ore al giorno.
Lo studio è stato guidato dalla specialista di attività fisica e salute Hidde Van der Ploeg e pubblicato sulla rivista "Archives of Internal Medicine". La ricerca ha rilevato che interrompere i periodi seduti con attività fisica leggera, come camminare o svolgere compiti fisicamente attivi, può avere benefici importanti.
Nello specifico, il gruppo di studiosi ha interrogato circa 200mila persone fra il 2006 e il 2008 sullo stato di salute generale e su condizioni mediche, chiedendo se fumavano e quanto tempo trascorrevano ogni giorno seduti e facendo esercizio. In seguito, ha rintracciato i defunti consultando per tre anni i registri di mortalità. È venuto fuori che il rischio aggiuntivo legato a lunghi periodi sedentari resta lo stesso, sia che la persona sia di peso normale o in sovrappeso, di quanto esercizio faccia, e se sia in buona salute o abbia problemi medici preesistenti.
Van der Ploeg ha spiegato che restare seduti a lungo ha effetti negativi sui vasi sanguigni e sul metabolismo, poiché aumenta i grassi nel sangue e abbassa i livelli di colesterolo "buono".
"Stando in piedi o camminando - ha affermato il ricercatore - i muscoli delle gambe lavorano costantemente per smaltire il glucosio e i grassi nel flusso sanguigno. Da seduti questo non avviene perché i muscoli non sono attivi".
La raccomandazione, per chi deve lavorare seduto a una scrivania, è quella di abituarsi a interrompere regolarmente il comportamento sedentario, ad esempio stare in piedi durante le telefonate o durante le riunioni, fare due passi ogni tanto e sgranchirsi le gambe e anche di bere molta acqua, per andare al bagno almeno quattro volte al giorno.