Nelle farmacie italiane arriva domani, giornata mondiale contro l' Aids, il primo test per l'autodiagnosi dell'infezione da Hiv. Il dispositivo, che in Europa è venduto al momento solo in Francia, costerà venti euro e potrà essere acquistato senza ricetta dai maggiorenni. A distribuirlo, al momento, 2800 farmacisti formati ad hoc per la consulenza agli utenti, mentre l'associazione di pazienti Bridge monitorerà i dati che potrebbero aiutare ad avere una fotografia più chiara delle richieste, in modo da promuovere una maggiore consapevolezza. Un obiettivo condiviso anche dall'Oms che, proprio in vista della giornata contro l' Aids, ha deciso di raccomandare l'auto test come strumento per raggiungere più persone con Hiv e contribuire a realizzare l'obiettivo mondiale, lanciato nel 2014, di rendere consapevole del loro stato il 90% di tutte le persone con Hiv entro il 2020.

L'autotest presentato oggi a Roma - è stato chiarito in una conferenza stampa alla Camera - non sostituirà i test, gratuiti e anonimi, offerti attualmente dal servizio sanitario. Ma sarà utile per far emergere il sommerso delle diagnosi tardive da Hiv con la conseguente diminuzione del rischio collettivo. In Italia, infatti, si stimano da 6.500 a 18.000 persone sieropositive non diagnosticate. Ma l'autotest potrà servire anche ad intercettare le persone che oggi non se la sentono di rivolgersi alle strutture in cui si fanno i test per l'Hiv.


L'autotest, distribuito in Italia da Mylan, richiede circa 5 minuti per l'esecuzione, ha un'attendibilità del 99,8% e può essere eseguito facilmente da chiunque a casa propria: basta un prelievo di sangue dal polpastrello e un'attesa di 15 minuti per leggere il risultato. Prima di fare il test è però fondamentale osservare il cosiddetto 'intervallo finestrà, ossia quel lasso di tempo che intercorre tra il momento del presunto contagio e la produzione di anticorpi che segnalano la presenza del virus. Per poter eseguire il test capillare bisogna quindi aspettare 90 giorni. «Oggi - ha detto Giuliano Rizzardini, direttore Dipartimento malattie Infettive ospedale Sacco - di Aids non si dovrebbe più morire. E grida vendetta vedere, come è capitato, un ragazzo di 30 anni arrivato in ospedale con una diagnosi tardiva che muore. Sul trattamento il nostro Paese ha ottimi risultati. Abbiamo un tasso di successo almeno tre volte superiore rispetto agli Usa per la presa in carico dei pazienti, al di sopra al 90%. Ma non ci siamo ancora sulla consapevolezza. Ben venga, dunque la possibilità di avere uno strumento in più».

Per Rosaria Iardino presidente di The Bridge l'autotest, «una volta entrato a regime, potrà diventare uno strumento di utilizzo diffuso, agendo su due punti: l'abbattimento dei pregiudizi nei confronti della malattia e l'innalzamento del livello di consapevolezza del possibile contagio. Ci siamo posti il problema etico lavorando all'arrivo di questo test e abbiamo concluso che aumentare la consapevolezza è profondamente etico. Rendere semplice e autosomministrato il test potrebbe contribuire a rendere l'infezione da HIV più simile alle altre patologie croniche». Per Margherita Errico presidente l'associazione di pazienti Nps (Network persone sieropositive) Italia Onlus l'introduzione dell'autotest rappresenta una rivoluzione in questo ambito. «Per Nps è però importante che la persona non resti da sola. Per mantenere la consuetudine del counselling pre e post test Nps fornirà un opuscolo informativo sull'Hiv in ogni kit e offrirà occasioni di formazione ai farmacisti stabilendo così un'offerta completa del test sin dall'inizio di questa 'rivoluzionè», conclude.

vai all'articolo originale >>