Tuttavia, il loro numero resta ancora troppo alto con ben 5.262 casi segnalati nel 2011, 238 in meno rispetto all'anno prima, che hanno colpito 43.500 persone, provocando 25 morti.
Nel 30% dei casi si è trattato di epidemie di salmonella e "fonti dell'epidemie più frequenti" sono state le uova e prodotti a base di uova (22%), seguiti dai buffet (13,9%), dai vegetali e i loro succhi (8,7%). Oltre a molluschi (8,5%), pesce (6,3%) e carne di pollo (6%).
Non solo, ma l'infezione ha causato enormi costi per i servizi sanitari nazionali nei 27 Stati membri. Per la salmonellosi e la campylobacteriosi (entrambe provocano gastroenteriti che possono avere conseguenze anche gravi), i costi sanitari hanno raggiunto i 5,4 miliardi di euro.
Fortunatamente, in Italia si è registrato un netto calo della salmonellosi: da 4.156 casi del 2009 si è passati a 2.730 nel 2010, ossia da 6,9 a 4,5 casi per 100mila abitanti.