Un po’ di buonsenso e nessuno straordinario. Detto questo, una donna incinta può andare in vacanza come qualsiasi altra. «Mare o montagna non fa differenza - chiarisce Nicola Colacurci, direttore dell’unità operativa complessa di ginecologia e ostetricia del policlinico dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli e presidente dell'Associazione dei Ginecologi Universitari (Agui) -. Quello che non si dovrebbe fare è recarsi in posti isolati. Se si deve partire oltre la trentasettesima settimana di gravidanza, meglio sincerarsi che nella destinazione scelta ci sia una struttura eventualmente in grado di garantire l’assistenza».
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Quali indicazioni possiamo dare alle donne in dolce attesa che si recheranno al mare?
«Una donna incinta dovrebbe andare in spiaggia al mattino presto o nel tardo pomeriggio. Proteggersi dal sole, con un filtro uguale o superiore a 50, è fondamentale, perché durante la gravidanza la pelle è più esposta al rischio di macchiarsi. In acqua occorre entrare gradatamente, per evitare la vasocostrizione che può ridurre l’afflusso di sangue alla placenta. Nuotare? Nessun problema anche se si è nel terzo trimestre, ma senza eccessi».
ANZIANI IN VACANZA: MEGLIO IL MARE O LA MONTAGNA?
La montagna è una meta alla portata di una futura mamma?
«Sì, anche perché spesso offre l’opportunità di sfuggire alla canicola di questi giorni. L’altitudine non costituisce un problema specifico, ma per sicurezza anche logistica si può scegliere una quota al di sotto dei 1500 metri. Ok alle passeggiate, meglio invece rimandare trekking più faticosi. Più che l'affaticamento, il rischio incombente è rappresentato dalle cadute».
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Per viaggiare, quale mezzo di trasporto dovrebbe prediligere una donna incinta?
«Ciò che conta è evitare viaggi molto lunghi. L’aereo non è sconsigliato, anche se molte compagnie oltre la 36esima settimana non permettono alle donne incinte di decollare. Tra automobile e treno, il viaggio con quest’ultimo è più rilassante. Ma se non si può fare a meno delle quattro ruote, nessun problema: purché si dia alla donna la possibilità di fare pause all’incirca ogni due ore».
E se si dovessero trascorrere gli ultimi giorni in attesa del parto in città?
«Si può uscire, evitando le ore più calde della giornata. In casa l’ambiente deve essere fresco. Se si ricorre all’aria condizionata, meglio evitare sbalzi improvvisi e temperature troppo rigide. In caso di raffreddamento, una donna incinta non può assumere tutti i farmaci del caso».
Infine, la dieta: come comportarsi a tavola se ci si accinge a partorire nei mesi più caldi?
«Occorre mangiare spesso, ma senza appesantirsi. E preoccuparsi di assumere liquidi a sufficienza: mangiando frutta e verdura e bevendo almeno due litri d’acqua al giorno».