Non si può vivere senza dormire: gli studi scientifici a disposizione testimoniano con sempre maggiore efficacia come una mancanza di sonno si traduca nello sviluppo di numerosi disturbi metabolici e funzionali.

Quante ore di sonno sono necessarie

La necessità del sonno varia in base all’età: i neonati dormono per gran parte della giornata, i bambini in età prescolare 12 ore in media e fino all’adolescenza il sonno dovrebbe occupare circa il 40% della giornata. Nella vita adulta il bisogno di dormire si stabilizza sulle 7-8 ore per notte e tale necessità tende a diminuire fisiologicamente durante la vecchiaia. È bene precisare in ogni caso, che le esigenze di sonno sono variabili da persona a persona: ad alcune basta dormire 4-5 ore per notte ad altre ne servono 9-10.

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Insonnia: disturbo del sonno più diffuso al mondo

Non riuscire a riposare bene di notte, essere insonni, ha importanti ripercussioni sulla vita quotidiana poiché calano l’attenzione, i riflessi, ne risente la produttività (scolastica e lavorativa) e l’umore. L’insonnia è il disturbo del sonno più diffuso al mondo: si stima che ne soffrano da un quarto a un terzo della popolazione mondiale, anche se solo il 10% dei pazienti affetti ha bisogno di specifica terapia.

La tipologia delle persone più vulnerabili

Il disturbo prevale nel sesso femminile ed è legato all’avanzare dell’età: nelle donne è più frequente con l’inizio della menopausa e dopo i 65 anni, mentre gli uomini ne soffrono soprattutto fra i 24 e i 34 anni e dopo i 65. Vi sono dei fattori di rischio che predispongono allo sviluppo del problema come l’appartenere a classi sociali meno abbienti, l’essere single, lavoratori turnisti, soffrire di depressione o di patologie cronico degenerative, utilizzare i dispositivi tecnologici fino a tarda notte, l’essere casalinga, pensionato o divorziato e l’essere esposti a fattori cronici di stress. Nonostante l’enorme diffusione del problema, secondo le stime, più della metà delle persone che ne soffrono non ne hanno mai parlato con un medico.

Tutti i tipi di insonnia

La classificazione internazionale dei disturbi del sonno distingue fra insonnia transitoria, quando il disturbo dura meno di tre mesi e cronica, in caso di durata superiore e distingue ancora fra insonnia primaria (circa il 20% delle insonnie) quando la condizione non riconosce come origine nessuna malattia organica, disturbo psichiatrico o abuso di droghe e sostanze e secondaria che consegue a un’altra condizione patologica come possono esserlo i disturbi psichici, gli eventi ambientali stressanti, l’ipertiroidismo, le cefalee, alcune cardiopatie o il reflusso gastro-esofageo.

A tal proposito puntualizza però il Professor Alessandro Cicolin, responsabile del Centro di Medicina del Sonno Ospedale Molinette di Torino - ‎Università degli Studi di Torino «La distinzione tra forme primarie e secondarie non è così semplice come potrebbe sembrare, poiché deve essere stabilita con chiarezza una duplice relazione tra quello che si ipotizza essere il disturbo primario (causale) e l’insonnia, una di tipo cronologico (se è presente il disturbo ipotizzato come primario è presente insonnia) e una di tipo quantitativo ovvero più è grave il disturbo ipotizzato come primario più è grave l’insonnia. Questo aiuta a stabilire un adeguato approccio terapeutico e la prognosi del disturbo».

Quando viene ufficialmente diagnosticata

«Per fare diagnosi di insonnia non ci si può basare semplicemente sul numero di ore per notte passate a dormire e neppure sul tempo impiegato per addormentarsi, poiché non vi sono indicazioni che forniscano tempistiche ottimali valide per tutti –continua a spiegare il professor Cicolin ‎ – L’insonnia per questo è definita come la sensazione puramente soggettiva di un sonno insufficiente o poco ristoratore, incapace di permettere il recupero delle energie necessarie per lo svolgimento delle attività quotidiane.

La diagnosi del disturbo non può prescindere da un’accurata anamnesi volta ad accertare la presenza di contestuali o sottesi disturbi del ritmo sonno-veglia, come possono esserlo i disturbi da anticipo o ritardo del ciclo di sonno, i disturbi motori come soffrire della sindrome delle gambe senza riposo o disturbi respiratori nel sonno ovvero soffrire della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno, tutte condizioni che possono simulare un’insonnia.

Come si può risolvere

In tutti questi casi la risoluzione del disturbo passa attraverso, rispettivamente, la riequilibrazione del ritmo sonno-veglia, dei disturbi motori e respiratori. La terapia oggi prevede, per questo, l’impiego eventualmente associato di farmaci favorenti l’addormentamento o stabilizzanti il sonno profondo e tecniche cognitivo comportamentali, che rappresentano di fatto una sorta di processo riabilitativo al sonno».


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