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È probabilmente uno dei pochi effetti collaterali positivi legati all'attualità. In piena emergenza Coronavirus, gli unici a tirare un (parziale) sospiro di sollievo sono coloro che soffrono di allergie da pollini. «Ci sono una serie di ragioni che ci fanno ben sperare - afferma Gianenrico Senna, direttore dell’unità operativa di allergologia dell’azienda ospedaliero-universitaria di Verona e presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) -. La necessità di stare a casa sta di sicuro esponendo molte meno persone ai pollini. E l’uso diffuso delle mascherine, anche di quelle chirurgiche, può aiutare ad evitare che gli allergeni, di dimensioni maggiori a quelle di un virus, raggiungano le vie aeree. Va anche sottolineata la riduzione dell’inquinamento veicolare, che tende ad aggravare la malattia respiratoria».

Primavera, tempo di allergie

Per chi soffre di allergie, questo è il periodo più difficile, complice l’innalzamento della concentrazione aerea di pollini. A provocare le reazioni non sono soltanto le graminacee (dei campi) o la paritaria (in città). Ma anche ontano, betulla e nocciolo. Cipresso e ambrosia sono altre fonti di rischio, in queste settimane. Il periodo in cui si manifesta l’allergia dipende dal tipo di polline verso cui si è sensibilizzati. Le graminacee, per esempio, iniziano a fiorire ora e per questa primavera la previsione è legata a minori crisi allergiche. I sintomi più caratteristici sono a carico delle mucose delle vie respiratorie e degli occhi. Si va dalle manifestazioni nasali (starnuti, ostruzione nasale, secrezione acquosa, prurito) a quelle oculari (prurito, lacrimazione, fastidio alla luca, congiuntiva arrossata e gonfia). Ma a essere colpito è anche l’apparato respiratorio. Non a caso l’asma è il sintomo «classico» delle allergie di primavera, rilevabile in quasi il 40 per cento delle persone che ne soffre: da solo o associato alle altre manifestazioni.

Rispettare comunque le indicazioni terapeutiche

Detto ciò, è importante rispettare l’aderenza alle terapie. «La diminuzione dei sintomi delle allergie non deve indurre a trascurare le terapie farmacologiche che devono essere seguite secondo la prescrizione dello specialista - aggiunge lo specialista -. È inoltre importante sottolineare che i cortisonici inalatori rappresentano un presidio farmaceutico molto importante per allergici e asmatici non hanno alcun effetto negativo e non espongono a un maggior rischio di complicazioni da Covid-19. In questa fase, è molto importante che gli allergici evitino crisi asmatiche che possano comportare accessi ai pronto soccorso».

Twitter @fabioditodaro

È probabilmente uno dei pochi effetti collaterali positivi legati all'attualità. In piena emergenza Coronavirus, gli unici a tirare un (parziale) sospiro di sollievo sono coloro che soffrono di allergie da pollini. «Ci sono una serie di ragioni che ci fanno ben sperare - afferma Gianenrico Senna, direttore dell’unità operativa di allergologia dell’azienda ospedaliero-universitaria di Verona e presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica (Siaaic) -. La necessità di stare a casa sta di sicuro esponendo molte meno persone ai pollini. E l’uso diffuso delle mascherine, anche di quelle chirurgiche, può aiutare ad evitare che gli allergeni, di dimensioni maggiori a quelle di un virus, raggiungano le vie aeree. Va anche sottolineata la riduzione dell’inquinamento veicolare, che tende ad aggravare la malattia respiratoria».

Primavera, tempo di allergie

Per chi soffre di allergie, questo è il periodo più difficile, complice l’innalzamento della concentrazione aerea di pollini. A provocare le reazioni non sono soltanto le graminacee (dei campi) o la paritaria (in città). Ma anche ontano, betulla e nocciolo. Cipresso e ambrosia sono altre fonti di rischio, in queste settimane. Il periodo in cui si manifesta l’allergia dipende dal tipo di polline verso cui si è sensibilizzati. Le graminacee, per esempio, iniziano a fiorire ora e per questa primavera la previsione è legata a minori crisi allergiche. I sintomi più caratteristici sono a carico delle mucose delle vie respiratorie e degli occhi. Si va dalle manifestazioni nasali (starnuti, ostruzione nasale, secrezione acquosa, prurito) a quelle oculari (prurito, lacrimazione, fastidio alla luca, congiuntiva arrossata e gonfia). Ma a essere colpito è anche l’apparato respiratorio. Non a caso l’asma è il sintomo «classico» delle allergie di primavera, rilevabile in quasi il 40 per cento delle persone che ne soffre: da solo o associato alle altre manifestazioni.

Rispettare comunque le indicazioni terapeutiche

Detto ciò, è importante rispettare l’aderenza alle terapie. «La diminuzione dei sintomi delle allergie non deve indurre a trascurare le terapie farmacologiche che devono essere seguite secondo la prescrizione dello specialista - aggiunge lo specialista -. È inoltre importante sottolineare che i cortisonici inalatori rappresentano un presidio farmaceutico molto importante per allergici e asmatici non hanno alcun effetto negativo e non espongono a un maggior rischio di complicazioni da Covid-19. In questa fase, è molto importante che gli allergici evitino crisi asmatiche che possano comportare accessi ai pronto soccorso».

Twitter @fabioditodaro