L'Italia e l'Aeronautica militare italiana non potrebbero brillare di più ospitando in questi giorni a Roma il congresso mondiale di medicina aerospaziale: hanno la divisa azzurra gli astronauti in attività Roberto Vittori, Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti, tutti dell'Agenzia spaziale europea e dell'Agenzia spaziale italiana, nonché il futuro cosmonauta Walter Villadei. In più dal 28 luglio sulla stazione spaziale internazionale è in missione il veterano Paolo Nespoli (Esa e Asi) con un ampio programma di esperimenti che accelerano il progredire della medicina.

«Lo spazio ci aiuta per esperimenti non solo di tipo medico, ma anche biomedico e genetico. È un ambiente molto buono per fare ricerca. Riuscire a mandare un lavoro scientifico nello spazio significa avere ricadute che si riflettono nella vita quotidiana». A dirlo è Enrico Tomao, capo del Corpo sanitario aeronautico e generale ispettore capo, nel corso del 65° Congresso internazionale di medicina aeronautica e spaziale iniziato a Roma nella sede del Consiglio nazionale delle ricerche in piazza Aldo Moro e in corso fino al 14 settembre con la partecipazione di oltre 400 scienziati ed esperti del settore aeromedico provenienti da più di 80 Paesi.

Al centro il benessere dei milioni di passeggeri che viaggiano quotidianamente a bordo degli aerei commerciali e i problemi dei professionisti del settore, piloti ed equipaggi, militari e civili, per incrementare sempre di più la sicurezza del volo. Tomao ha parlato anche delle eccellenze italiane, come quella del biocontenimento: «Abbiamo dato all'Organizzazione mondiale della sanità l'opportunità, attraverso l'aereonautica militare, del trasporto in bio contenimento. Cioè - spiega - riusciamo, tramite un vettore dell'aeronautica militare medici, a poter riportare in patria un nostro cittadino che dovesse avere problemi di salute. Come il caso del medico di Emergency che in Sierra Leone contrasse l'Ebola e grazie all'Aeronautica militare rientrò vivo».

«Nello spazio si possono portare le sperimentazioni più avanzate. Lì non c'è politica - precisa il capo del Corpo sanitario - lo spazio è di tutti. Vengono studiati gli elementi più importanti che servono alla popolazione, ad esempio per le patologie cardiovascolari. Si lavora anche su tutta la parte di bioingegneria e genomica - continua - che ci permetterà grossi salti di qualità nella cura dei tumori riuscendo ad individuare l'antigene del tumore e combatterlo con un'arma specifica, invece di utilizzare farmaci genericamente distruttivi».

In apertura del congresso è stato consegnato il premio scientifico «I Guidoniani» a Nicoletta Sciaraffa, dell'università La Sapienza di Roma, e a Laura Lugli, dell'università di Bologna. Si tratta di un riconoscimento dedicato ai pionieri della medicina aerospaziale del secolo scorso. Il premio è stato assegnato alla prima ricercatrice per il miglior lavoro originale di medicina del controllo del traffico aereo e alla seconda per il miglior lavoro di medicina aeronautica e spaziale.

«Il ruolo della ricerca è fondamentale perché permette anche di capire come funziona il corpo umano in condizioni estreme, studiando ad esempio l'esposizione di microorganismi ai raggi cosmici oppure aspetti psicologici, come stare in spazi angusti, ed anche materiali speciali per sviluppare tessuti che proteggano il pilota e l'astronauta», ha concluso Massimo Inguscio, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche.

LA MOSTRA
Il Congresso è stato preceduto dall’inaugurazione della mostra “Cieli Futuristi" dedicata al movimento denominato Aeropittura, molto attivo negli anni ’30 del secolo scorso, che si terrà nei saloni di rappresentanza di Palazzo Aeronautica per tutta la durata del Congresso.


Giacomo Balla (1931)

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