A differenza dei suoi cugini primati, l’essere umano ha un corpo pressoché privo di peli. Il perché abbia perso la pelliccia nel corso dell’evoluzione è ancora oggetto di indagine e le ipotesi più accreditate riguardano la possibilità di controllare la temperatura anche nei climi più caldi ma anche di sbarazzarsi in fretta di parassiti e altri animali.
C’è poi il volto dell’essere umano che, al di là delle differenze individuali e dell’origine etnica, è generalmente glabro. Questo, per alcuni ricercatori, fa ritenere che la perdita di peli in quella zona abbia il vantaggio di consentire la comunicazione di emozioni e reazioni, cruciale per una specie sociale come la nostra.
«I peli che ricoprono il nostro corpo sono considerati caratteri sessuali secondari, segnale visivo di maturità, e svolgono una funzione importante, che è di tipo sensitivo e tattile, oltre a proteggere alcune aree della pelle da frizioni e sfregamenti» spiega Paolo Pigatto, della Statale di Milano e direttore della dermatologia dell’Irccs Galeazzi di Milano.
QUALI E QUANTI PELI ABBIAMO?
I follicoli piliferi sono distribuiti quasi ovunque, vestigia questa del nostro passato, e danno luogo a una peluria sottile, il pelo del vello, che con la crescita viene sostituito da peli a carattere terminale in alcune aree del corpo. «Ad eccezione delle piante delle mani e dei piedi e delle pseudomucose, i peli sono presenti ovunque. Sono costituiti da una parte esterna e una che penetra nel derma profondo fino al bulbo» spiega il professor Pigatto.
Il ciclo del pelo ha ritmi diversi a seconda delle aree: «Il pelo cresce, si sviluppa e cade in 4/5 anni nel caso dei capelli, 6 mesi nel caso dei peli pubici, un mese nel caso dei peli terminali di braccia e gambe» spiega il dermatologo. È grazie a questo meccanismo, ad esempio, che le sopracciglia crescono e poi, raggiunta una certa lunghezza, cadono senza allungarsi all’infinito. «Con l’età, si osserva un aumento della lunghezza di alcuni peli, si pensi alle sopracciglia o alle orecchie. E una perdita dei peli pubici e ascellari, che dipende invece dai cambiamenti ormonali».
I CAPELLI
Ogni uomo possiede dai 20 ai 25 mila peli della barba che crescono al ritmo di mezzo millimetro al giorno. I capelli sono 120-150 mila e crescono in media 1,5 cm al mese (0,4 mm al giorno). A seconda dell’etnia, si distinguono capelli caucasici, asiatici e africani. Gli europei hanno le chiome più folte e gli africani più rade, gli asiatici più lisce e rapide a crescere, con una rapidità che può raggiungere i 0,6 millimetri al giorno. Anche dei capelli è importante prendersi cura: «Vi sono delle patologie del cuoio capelluto che possono causare la caduta dei capelli, provocando la calvizie, condizione che ha una certa predisposizione genetica - spiega il professor Paolo Pigatto - In caso di desquamazione della pelle e di massiccia perdita di capelli, è opportuno rivolgersi allo specialista».
L’IMPORTANZA DEGLI ORMONI
In generale, «il numero di follicoli si mantiene più o meno uguale nel corso della vita e corrisponde mediamente a 5 milioni per individuo» spiega la dermatologa Marta Brumana dell’Humanitas San Pio X a Milano, dove svolge attività di dermatologia ambulatoriale, chirurgia e laserterapia. Quanto alla differenza tra maschi e femmine, «i peli terminali, più pigmentati e spessi e la cui crescita è sensibile agli ormoni, costituiscono il 90% dei peli dell’uomo e il 40% dei peli delle donne».
L’attività dei follicoli è ciclica e comprende crescita, involuzione e riposo. «La condizione ormonale influisce sulla crescita e distribuzione dei peli, si pensi al momento della pubertà, ma le modificazioni continuano negli anni. In menopausa, a causa della diminuzione del livello degli estrogeni, e quindi dell’aumento relativo del testosterone, possono comparire dei peli nella zona addominale o del seno dove fino a quel momento non c’erano mai stati» spiega la dermatologa Brumana «Nelle donne, in caso di alterazioni ormonali evidenti e patologiche, possono comparire peli terminali nelle zone del viso, della pancia e del torace».
In questo caso, puntualizza la dermatologa, poter intervenire efficacemente contro la ricrescita dei peli non è più solo una questione estetica, a causa «del pesante impatto psicologico e sociale di queste condizioni, in particolare per i giovani».
L’EPILAZIONE
Tagliare i peli con un regolabarba o un rasoio può creare delle irritazioni e delle infiammazioni, dette follicoliti. Anche la ceretta può dare origini a follicoliti e irritazioni della pelle. Strappare un pelo non impedisce che esso si riformi a partire dal follicolo. Per un effetto più duraturo, si cerca di ricorrere a altri metodi che agiscano sul bulbo, come l’elettrocoagulazione, la luce pulsata o il laser. «Non ci sono controindicazioni assolute alla rimozione dei peli nelle varie zone del corpo» spiega la dermatologa Brumana. «L’epilazione, che a differenza della depilazione agisce sul bulbo, richiede una certa cautela e non andrebbe eseguita sulla pelle abbronzata. I nei vanno sempre protetti e vanno sempre utilizzati dispositivi di protezione per lo specialista e il paziente».
I centri estetici possono operare solo con laser depotenziati: «Il laser è sicuro se usato in modo corretto. Chi pensa di ricorrere a questa metodica deve affidarsi a uno specialista competente».
QUALI ACCORGIMENTI DOPO UN INTERVENTO CON IL LASER
Altre regole da seguire sono le seguenti. L’esposizione solare andrebbe ritardata di almeno un mese e non dovrebbero usare il laser le donne in gravidanza o le persone che assumono farmaci fotosensibilizzanti: il rischio può infatti essere quello di macchie chiare o scure (ipo e iper).
Mai trattare le zone perioculari, come sopracciglia e guance, per il rischio di colpire gli occhi. Sull’efficacia definitiva del laser, Brumana risponde: «I follicoli e i bulbi distrutti con il laser non ricrescono ma con l’arrivo della menopausa o in condizioni di importanti cambiamenti ormonali può essere la stimolazione alla produzione di nuovi peli e quelli del vello diventano peli terminali».
LA LOTTA CONTRO I PELI
Secondo uno studio apparso sulla rivista Jama Dermatology, il primo rappresentativo di tutta la popolazione femminile statunitense, a liberarsi dei peli pubici sono l’83%, metà delle quali lo fa completamente. Questa pratica è in voga tra le più giovani, e in aumento anche nei ragazzi, dove la depilazione totale delle parti intime è molto diffusa.
Lo studio, condotto da ricercatori del dipartimento di urologia e di ginecologia dell’Università di California a San Francisco, ha analizzato le abitudini di oltre 3 mila donne tra 18 e 65 anni. Le donne più giovani e quelle con più alti livelli di istruzione sono risultati essere i gruppi dove la depilazione era maggiormente applicata. «Il principale fattore che spinge a questa pratica è la tendenza culturale e la motivazione è più estetica che funzionale» scrivono i ricercatori.
Un totale di 1710 donne (62,1%) hanno riferito di aver rimosso tutti i peli pubici; a prendersene cura ogni giorno sono 133 donne (4,8%). La motivazione principale per la toelettatura delle parti intime è l’igiene, riferita dal 60% delle rispondenti.
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