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I danni che il fumo - attivo e passivo - in una donna che anela a diventare mamma può avere sulla salute del neonato sono noti da tempo. Si va dal rischio di parto prematuro a quello di aborto spontaneo. Tra i figli di donne fumatrici si registrano anche tassi più alti di morte in culla: un altro valido motivo per approfittare della gravidanza per smettere di fumare. Meno conosciuti sono invece i rischi legati all’abitudine maschile. Seppur in maniera indiretta, infatti, gli uomini possono esporre le proprie compagne a una dose di fumo passivo che, stando alle conclusioni di uno studio pubblicato sull’«European Journal of Preventive Cardiology», porrebbe i futuri figli di fronte al rischio di sviluppare una cardiopatia congenita.

«Anche i papà dovrebbero smettere di fumare, almeno durante la gravidanza - avverte Jiabi Qin, epidemiologo della Central South University di Changsha (Cina) e coordinatore della metanalisi: 125 gli studi passati in rassegna, oltre 137mila i bambini coinvolti -. La quantità di sostanze tossiche con cui il neonato viene indirettamente a contatto è spesso superiore a quella a cui risultano esposti i figli di donne fumatrici».

Il fumo dei papà e la salute del cuore dei nascituri

Analizzando i dati già presenti in letteratura, i ricercatori hanno studiato la relazione esistente tra il fumo paterno, l’esposizione al fumo passivo da parte delle madri e il rischio di rilevare cardiopatie congenite nella prole. Obbiettivo del lavoro era quello di andare oltre il danno potenzialmente determinato dalla scelta di una donna di fumare è valutare quale impatto possa derivare dalla figura maschile. Dall’analisi è emerso che il rischio più alto si correrebbe proprio quando a fumare è il futuro padre.

In merito alla possibile diagnosi, l’analisi ha evidenziato che i bambini nati da genitori fumatori (uno o entrambi) è più probabile che sviluppino un difetto del setto atriale (che consente lo scambio di sangue tra le due metà del cuore) o un’ostruzione dell’arteria polmonare. Il rischio, riguardante le famiglie di fumatori di tutto il mondo, si è rivelato più alto negli studi condotti in Asia. Un dato, quest’ultimo, non del tutto ancora chiarito.

Quanto al resto, invece, poche sorprese: «Molte sostanze sprigionate dal fumo di sigaretta sono teratogene, in grado cioè di determinare malformazioni a livello embrionale», aggiunge Qin. Spesso finora i papà non avevano considerato il ruolo potenzialmente dannoso della loro abitudine sulla salute del nascituro. Ma, come dimostrato dall’analisi delle evidenze già disponibili, sono proprio loro a rappresentare la prima «fonte» di fumo passivo per le proprie compagne. E, di conseguenza, per i bambini prossimi alla nascita.

Donne lontane da ambienti di fumatori

L’occasione è propizia per ricordare che «una donna dovrebbe smettere di fumare ancora prima di rimanere incinta per assicurarsi di aver eliminato tutte le sostanze tossiche dal proprio organismo al momento del concepimento».

Parimenti importante è tenersi a distanza dai fumatori: in casa come nell’ambiente professionale. «L’obbiettivo deve essere quello di tendere a un’esposizione di fumo passivo pari a zero», chiosa Qin, secondo cui tocca al personale sanitario battere sull’educazione alla salute, facendo anche presente i possibili rischi a cui un adulto che fuma può esporre una vita pronta a nascere.

Twitter @fabioditodaro

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