Oltre un italiano su due ha iniziato a fumare prima dei 18 anni: le sigarette sono la causa di circa il 90% dei tumori al polmone, del 75% alla testa e al collo, del 25% al pancreas. I fumatori rappresentano il 22% della popolazione, il 51% consuma quasi un pacchetto al giorno (dati Doxa 2016).

Questi numeri hanno spinto l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) a tornare nelle scuole per spiegare ai giovani che “Con le sigarette è meglio smettere”. Testimonial della seconda edizione della campagna, che vedrà gli oncologi confrontarsi con gli studenti di medie e superiori, la tennista Flavia Pennetta e l’allenatore della Juventus, Massimiliano Allegri. «È nelle scuole - afferma Carmine Pinto, presidente Aiom - che molti ragazzi iniziano a fumare regolarmente. Vogliamo ripartire con la nostra campagna proprio dai banchi: anche una singola sigaretta, accesa per gioco, può condannare una persona ad un vizio che dura tutta la vita». C’è tanta disinformazione: uno studente su due è convinto che fumare provochi solo tosse e mal di stomaco. In realtà causa 100 mila decessi l’anno, solo in Italia.

Parallelamente l’Aiom avvierà una campagna di prevenzione sul tumore alla vescica, la prima a livello nazionale. Sarà distribuito materiale informativo in stadi, piazze e farmacie. Il fumo di sigaretta aumenta di cinque volte il rischio di insorgenza di cancro uroteliale (26.600 italiani all’anno). Un tumore meno conosciuto, che colpisce soprattutto gli uomini (430 mila nuovi casi al mondo e 145 mila decessi ogni dodici mesi).

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L’unico segnale della presenza del cancro alla vescica è la presenza di sangue nelle urine. Difficile, quindi, diagnosticarlo in tempo. In sette casi su dieci questo tumore rimane superficiale ed è caratterizzato da una prognosi abbastanza favorevole. Nel 30% dei casi, però, interessa l’interno della parete vescicale, è più aggressivo e tende a sviluppare metastasi. «In Italia per il 2020 sono previste oltre 30.300 nuove diagnosi l’anno», spiega Carmine Pinto. «Nel nostro Paese - sottolinea Sergio Bracarda, direttore dell’Oncologia Medica dell’Azienda USL8 di Arezzo - il tasso di sopravvivenza a cinque anni per questa forma di cancro è del 78% . Si tratta di un valore del 10% più alto rispetto alla media europea». A breve, gli specialisti potranno avere un’arma in più: l’immunoterapia, basata sulla capacità del nostro sistema immunitario di riconoscere e aggredire la malattia, «sta dimostrando di poter essere efficace anche per il carcinoma della vescica in stadio avanzato».

Intanto, Palazzo Chigi ha riferito che il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, interverrà domenica al XVIII Congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica al Marriot Park Hotel di Roma.


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