Il Ministero della Salute è stato condannato per non aver controllato il sangue somministrato dopo che l'uomo aveva contratto l'epatite C e per questo aveva intentato una causa per i danni. Nel frattempo una commissione medica ospedaliera ha accertato che la morte del carabiniere è stata causata dall'evoluzione in cirrosi dell'epatite C.
Il provvedimento è stato notificato oggi all'avvocato Renato Mattarelli - che assiste gli eredi nella procedura per l'ottenimento di un primo indennizzo previsto dalla legge 210/1992 - emanata proprio per in favore dei soggetti danneggiati da trasfusioni di sangue infetto.
«Sulla base di questo giudizio di relazione causale fra trasfusioni, contagio epatico, cirrosi e decesso inizieremo a breve una nuova causa - dice l'avvocato - per far ottenere agli eredi un nuovo risarcimento per i danni che hanno patito in proprio per la morte del loro congiunto che a tutti gli effetti è un omicidio colposo».
La vicenda del militare rientra nel periodo dello scandalo del sangue infetto, quando non c'erano i controlli di oggi sia per l'uso di plasma umano sia per quello di emoderivati, mentre attualmente il Centro nazionale sangue ribadisce che da dieci anni non si verificano infezioni post-trasfusionali.