Come spingere i bambini, in una fase critica dello sviluppo del gusto, ad assaggiare e amare le verdure? Di fronte a ripetuti rifiuti, infatti, i genitori tendono a non riproporre più il piatto ai figli. Ma alcuni studi britannici hanno dimostrato che un modo per aumentare il consumo di verdure è farle prima di tutto conoscere attraverso le figure. «La familiarità raggiunta attraverso le immagini di un libro illustrato aumenta la disponibilità dei bambini all’assaggio e la loro accettazione di cibi nuovi» spiega la professoressa Paola Molina dell’Università di Torino, coordinatrice della parte italiana di studio condotto anche dalla psicologa dello sviluppo Carmel Houston-Price dell’Università di Reading nel regno Unito nell’ambito del progetto «See & Eat», un'iniziativa finanziata dall'Istituto Europeo di Innovazione e Tecnologia (EIT) Food e con il supporto della British Nutrition Foundation (BNF).

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La domanda cui lo studio intende rispondere è se gli stessi risultati si ottengono anche con una modalità diversa di lettura e se la personalizzazione e l'interattività aumentano l’efficacia dell’esperienza di lettura sulla ricettività dei bambini nei confronti di nuove verdure. Carote, carciofi, peperoni, asparagi, cavolo verza, piselli, fave, rape: sono complessivamente 24 gli alimenti al centro di altrettanti ebook, che «prevedono la possibilità di inserire fotografie e video del bambino e della sua famiglia durante l’acquisto, la preparazione o il consumo delle verdure» spiega la professoressa Molina. «Riteniamo che ciò possa potenziare l’efficacia nell’influenzare positivamente le scelte alimentari dei bambini, già vista con i libri cartacei».

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I ricercatori stanno cercando bambini di età compresa dai 18 mesi ai 4 anni di tutta Italia. Il progetto prevede la lettura, per due settimane, degli ebook progettati dal team britannico (e tradotti e adattati all’Italia, ma altri paesi si stanno aggiungendo) e scaricabili gratuitamente sui tablet e gli Ipad, insieme a molto altro materiale. «La lettura del libro non ha solo valore informativo, ma è anche un momento di socialità. Il piacere di fare le cose insieme ai genitori può incentivare il consumo di verdure e aumentare la disponibilità del bambino ad assaggiare cibi altrimenti rifiutati» spiega la professoressa Molina «Spesso il contesto gioca un ruolo chiave, come dimostra il fatto che a volte un bambino a casa d’altri mangi di buon grado pietanze che rifiuta categoricamente il resto del tempo».

L’indirizzo al quale scrivere per partecipare allo studio, guidato dalle professoresse Giuseppina Cerrato e Paola Molina e dai rispettivi gruppi di ricerca dei dipartimenti di chimica e di psicologia dell’Università degli Studi di Torino, è seeandeat@unito.it

Il progetto è stato finanziato da EIT Food, la comunità dell'innovazione sui prodotti alimentari dell'Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT), un organo dell'UE, nell'ambito di Horizon 2020, il programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione.

I partner coinvolti nel progetto includono: Università di Reading, Università degli Studi di Torino, European Food Information Council (EUFIC), Open University e Colruyt Group.