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Lebbra: dal greco «lepròs», scabroso. Tranne che durante la Messa, non capita tutti i giorni di sentir parlare della malattia considerata la più antica del mondo. Tuttavia, quella che, nel Levitico, viene così chiamata non è solo la malattia generata dal bacillo di Hansen e oggi scientificamente riconosciuta con quel nome. Nella Bibbia, con «lebbra» (in ebraico «Tzaraath») si indicava, infatti, una vasta gamma di almeno 72 malattie dermatologiche. Persino le muffe sui vestiti e sulle pareti delle abitazioni potevano essere comprese in questa accezione.

 

La pelle e i suoi significati

La pelle, da sempre, è stata caricata di significati spirituali: perfino le tribù primitive, colorandola e trattandola, le conferivano importanza simbolica legata a situazioni magiche, belliche, terapeutiche e sociali. La cute è, del resto, una delle parti del corpo che più si prestano alle malattie psicosomatiche ed è fra le più suscettibili allo stress. Oltre a essere l’organo della relazione con il mondo esterno, rappresenta la parte visibile di noi stessi ed esprime la nostra individualità e il nostro stato d’animo. Non per nulla, Oscar Wilde nel ritratto di Dorian Gray metteva in relazione la degradazione morale del protagonista, con il progressivo imbruttimento del suo dipinto.

 

 

Jean Marie Melchior. “Gesù guarisce un lebbroso”

 

72 malattie bibliche

Micosi, psoriasi, dermatosi, eczemi, tigna, scabbia, leucodermie e leucoplasie facevano parte di quelle affezioni cutanee che, essendo spiacevolmente visibili, erano considerate dagli antichi ebrei lo stigma di un peccato commesso, il castigo di Dio, fonte di profonda vergogna. Il lebbroso non destava, quindi, compassione, ma era anzi emarginato dalla società. Doveva vivere appartato e non si poteva avvicinare agli individui sani. I rabbini imponevano alla comunità che il lebbroso non dovesse essere né avvicinato, né tantomeno salutato: tale era il timore del contagio, non solo fisico, ma anche spirituale.

 

Lo storico romano di origine ebraica Tito Flavio Giuseppe tramandava che, nella società israelitica, il lebbroso era considerato pressappoco come un cadavere ambulante. Normalmente, viveva in grotte o capanne e il suo sostentamento era affidato alla carità di parenti, o a persone misericordiose che portavano cibo e vestiti in questi luoghi, restando però sempre fisicamente a distanza dai contagiati.

 

 

Maria, sorella di Mosè, era lebbrosa

 

 

Due eccezioni

Nel Vecchio Testamento, dalla lebbra non si guarisce mai. Solo in due casi avviene il risanamento per volontà di Dio. Uno è quello della profetessa Maria, sorella di Mosé, che aveva osato criticare in pubblico la scelta del fratello di prendere per moglie una donna cuscita (proveniente dalla Nubia). «E l’ira dell’Eterno s’accese contro loro, ed egli se ne andò, e la nuvola si ritirò di sopra alla tenda; ed ecco che Maria era lebbrosa, bianca come neve; Aronne guardò Maria, ed ecco era lebbrosa».

 

Maria fu tuttavia guarita da Dio dopo sette giorni. L’altra guarigione venne concessa dal profeta Eliseo a Naaman, capo dell’esercito del re di Aram, il quale: «“Scese e si lavò nel Giordano sette volte, secondo la parola dell’uomo di Dio (Eliseo appunto n.d.r.), e la sua carne ridivenne come la carne di un giovinetto; egli era guarito».

 

Il superamento della legge mosaica

Con la figura di Gesù, nel Nuovo Testamento, si cambia completamente registro e il nuovo atteggiamento di Cristo verso i malati di lebbra sta proprio a indicare il superamento della severa legge mosaica. «Purificando i lebbrosi e reinserendoli nella comunità, Egli abolisce, con un atto miracoloso, la separazione tra il puro e l’impuro» scrive il dizionario di Teologia biblica.

 

 

Gesù guarisce un lebbroso (Cattedrale di Monreale)

 

Tra le tante guarigioni operate dal Cristo, quella del lebbroso è uno dei miracoli più noti compiuti in Galilea, ed è stato tramandato dai Vangeli sinottici: «In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: “Lo voglio, sii purificato!”. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato».

 

Interessante poi l’esortazione che Gesù rivolge al lebbroso guarito di mostrarsi al sacerdote e di fare offerte per la sua purificazione secondo quello che Mosè aveva comandato. Se Cristo prescrive le offerte legali, lo fa a titolo di testimonianza, in modo che i sacerdoti possano constatare sia il suo rispetto della legge, sia il suo potere miracoloso.

 

Il tocco di Cristo

«Con i malati, Gesù agisce in segreto e in disparte - spiega il noto predicatore padre Maurizio Botta - Non cede mai alla tentazione della spettacolarizzazione del dolore umano. Gesù tocca, spalma fango, alita, prende per mano i malati e gli emarginati. In questa situazione, non aveva bisogno di toccare le piaghe di lebbra per sanare quell’uomo: se in altri casi, Gesù guarisce addirittura a distanza, in questo la lebbra è ben più di una malattia fisica, perché incide profondamente nella psiche del malato. Le ferite morali di essere evitato, guardato con orrore, di non essere più abbracciato, accarezzato sono le più profonde. Non è facile toccare un malato, qualunque malato. Figuriamoci toccare un lebbroso, per di più trasgredendo la Legge, visto il divieto che proibiva di avvicinarsi ai malati di lebbra. Gesù, quindi, non solo guarisce il lebbroso, ma lo guarisce toccandolo, guarendo così, anche le sue umiliazioni più nascoste».

 

Eliseo profeta

 

 

Il perché del rimprovero

Come spiega Padre Alberto Maggi: «Cristo rimprovera l’ex lebbroso per aver creduto che Dio lo avrebbe escluso dal suo amore. E lo caccia via dal luogo simbolico, dalla sinagoga, dall’istituzione religiosa, che invece insegnava l’immagine terribile di un Dio che minacciava, castigava e allontanava le persone da lui. Come ha potuto credere di essere abbandonato da Dio?

“Va invece a mostrarti al sacerdote”: Se Cristo prescrive le offerte legali ai sacerdoti - spiega ancora il Dizionario teologico biblico - lo fa a titolo di testimonianza, in modo che i religiosi ebrei possano constatare sia il suo rispetto della legge, sia il suo potere miracoloso».

 

Anche i Dodici Apostoli riceveranno da Cristo l’ordine e il potere di guarire dalla lebbra per mostrare, con questo segno, come il Regno di Dio fosse giunto.

 
 

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