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«Dai farmaci alle ospedalizzazioni, ma comprendendo anche integratori alimentari, attività sportive, visite mediche e giornate di lavoro perse: per obesità e sovrappeso si spendono ogni anno in Italia ben 28 miliardi di euro, molti di più di quelli normalmente stimati».

A fornire il quadro aggiornato è il Centro di Studio e Ricerca sull' Obesità dell'Università Statale di Milano, nell'ambito della presentazione del Position Paper sull' obesità. La cifra, comprende sia costi a carico della persona, che del Servizio Sanitario nazionale, oltre all'incidenza sulla produttività. «Per valutarli - spiega Michele Carruba, direttore del Centro sull' Obesità dell'Università di Milano - abbiamo esaminato un gruppo di circa 2.500 pazienti in tutta Italia a cui abbiamo chiesto di riferire su tutte le spese sostenute per contrastare il problema».

In particolare almeno 17,2 miliardi di costi riguardano i circa 20 milioni di persone in sovrappeso. Sono invece 9,6 miliardi quelli destinati ai 5,5 milioni di obesi e 1,4 miliardi per i circa 500mila grandi obesi. Di questi 28 miliardi annui di costi, prosegue, il 64% è dovuto a ospedalizzazioni per patologie conseguenti all' obesità (diabete, malattie cardiovascolari, articolari, respiratorie e tumori), il 12% la diagnostica, 7% farmaci, 6% visite specialistiche e 11% varie altre spese, come integratori, tisane dimagranti e sport. Dati che mostrano come intervenire sul problema sia una questione strategica anche dal punto di vista economico.

«Nei nuovi Livelli di Assistenza (Lea) - sottolinea Vito De Filippo, sottosegretario alla Salute - è già prevista come attività di prevenzione, accanto ai vaccini e agli screening, anche l'offerta di counseling individuale per la promozione dell'attività fisica e della sana alimentazione». Si può però fare di più. «Ci aspettiamo che il Governo traduca in pratica la mozione che abbiamo approvato in Senato a ottobre e che chiede di riconoscere l' obesità come malattia cronica», commenta Laura Bianconi, prima firmataria della mozione. Così, prosegue «potremo inserire nei Livelli Essenziali di Assistenza non solo la prevenzione dell' obesità, ma anche le cure».

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