La combinazione di più farmaci è la strada ritenuta più promettente per potenziare l’efficacia dell’immunoterapia. E l’Italia, a partire dalla Campania, ha deciso di garantirla a tutti i pazienti affetti da un melanoma con metastasi cerebrali. Ovvero a coloro che, sulla carta, «vedono pendere sul proprio capo la prognosi peggiore», per dirla con Paolo Ascierto, direttore dell’unità di oncologia melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione Pascale di Napoli. La soluzione che prevede la somministrazione di due immunoterapici - ipilimumab e nivolumab - sarà disponibile gratuitamente a partire proprio dall’istituto oncologico partenopeo, grazie all’intesa raggiunta dal direttore generale Attilio Bianchi con il presidente della Regione Vincenzo De Luca.

Melanoma con metastasi cerebrali

Ogni anno, in Italia, circa settemila persone muoiono a causa del melanoma. In quasi la metà dei casi, i pazienti hanno una forma metastatica della malattia che è arrivata a colpire il cervello. Di fronte a queste situazioni, tra le più difficili da trattare, fino a poco tempo fa si ricorreva alla chirurgia (quando possibile) o perlopiù alla radioterapia. O meglio, a una sua evoluzione disponibile soltanto nei centri più specializzati: la radiochirurgia stereotassica (più nota come gammaknife o cyberknife). Si tratta di una tecnica abbastanza precisa che, utilizzando fasci di raggi gamma che colpiscono il tumore e causano la progressiva morte delle cellule tumorali, permette di colpire soltanto le cellule tumorali e risparmiare quasi completamente i tessuti sani. In questo caso il limite è però rappresentato dal numero e dalle dimensioni delle metastasi: quasi impossibili da trattare se di dimensione superiore ai tre centimetri. Da qui la necessità di ampliare il ventaglio di soluzioni terapeutiche. E il melanoma, per l’immunoterapia, rappresenta la prima prova tangibile di efficacia, che oggi permette a diversi pazienti di essere vivi a cinque anni dalla diagnosi.

Verso la «cronicizzazione» della malattia

La scelta adottata dalla Regione Campania permetterà di utilizzare la combinazione del primo immunoterapico immesso sul mercato (ipilimumab) e di uno degli altri (nivolumab) che nel tempo ha determinato un miglioramento degli esiti delle cure. I due farmaci, pur essendo approvati e garantiti singolarmente dal servizio sanitario nazionale, non erano fino a oggi rimborsati in nessuna zona di Italia se prescritti assieme a un paziente colpito da un melanoma metastatico. La superiorità del trattamento combinato è stata però appena ribadita da uno studio pubblicato sul «New England Journal of Medicine».

In questo modo un paziente su due risulta vivo cinque anni dopo la diagnosi, grazie alla «cronicizzazione» (non guarigione) della malattia. Considerando che «il cinquanta per cento delle persone trattate non risponde ancora all’immunoterapia, la combinazione di farmaci già disponibili rappresenta potenzialmente la soluzione più rapida e concreta per ampliare il ventaglio delle possibili opportunità terapeutiche e rendere la malattia cronica in una quota sempre crescente di malati», chiosa Ascierto. Da qui l’importanza della decisione, definita dalle parti «un salvavita per i pazienti colpiti da un melanoma con metastasi cerebrali».

Twitter @fabioditodaro