Se le persone dotate di buona vista hanno occhi perfettamente sferici come palline da ping pong, le persone miopi tendono ad avere il bulbo oculare di forma più allungata, che distorce la loro capacità di messa a fuoco da lontano. Nasce così il difetto visivo più diffuso al mondo, che arriva a interessare circa una persona su quattro nel mondo occidentale, con punte di incidenza superiori al 50% nel mondo orientale.

Malgrado l’enorme diffusione della miopia, sono ancora molti gli interrogativi legati alle sue cause e alla sua evoluzione, su cui abbiamo voluto fare chiarezza con Matteo Piovella, Presidente della Società Oftalmologica Italiana (SOI).

Professore, come si origina la miopia e perché è più diffusa in alcune popolazioni?

«La miopia è una realtà legata a fattori ereditari che possono sommarsi a una serie di fattori legati all’ambiente. Dal momento che è presente una familiarità, è possibile che vengano selezionati nel tempo dei geni che predispongono a questo disturbo all’interno di alcune popolazioni o comunità, come accade oggi nei paesi orientali come Giappone, Cina e Corea, in cui circa una persona su due è miope. In più esistono fattori ambientali che possono favorirla».

Quali sono le abitudini che possono favorire la comparsa della miopia?

«Nell’ultimo decennio si è molto studiato l’effetto dell’accomodazione, cioè della messa a fuoco da vicino, che richiede uno sforzo importante da parte dell’occhio. Se l’atto di mettere a fuoco da vicino viene protratto nel tempo o portato a condizioni esasperate può essere una concausa scatenante la miopia. Penso ad esempio all’utilizzo smodato di smartphone e tablet, che hanno schermi ad altissima risoluzione che tendono a «invitare» l’utente ad avvicinare molto la testa allo schermo. Più la testa si avvicina allo schermo e più aumenta lo sforzo di messa a fuoco, che può favorire nel tempo la comparsa o l’aggravarsi della miopia».

Si deve quindi imparare a utilizzare meglio smartphone e tablet?

«Negli anni ’50 e ’60 si insegnava ai bambini a non inclinare troppo la testa durante la lettura e a non guardare la tv troppo da vicino per non compromettere la vista. Oggi si dovrebbe insegnare loro, così come anche agli adulti, a non avvicinare troppo gli occhi agli schermi elettronici. Ad esempio guardare lo schermo di uno smartphone o di un tablet dalla distanza di 20 cm comporta uno sforzo triplicato rispetto che al guardarlo da una distanza di 50 cm. Inoltre si dovrebbe insegnare ai bambini a evitare di trascorrere troppe ore davanti a computer o videogame e cercare di farli giocare più spesso all’aria aperta».

Quando compare e come si evolve la miopia nel corso del tempo?

«In circa l’80% dei casi la miopia compare con l’età dello sviluppo, tra i 10 e i 15 anni. In seguito può evolversi in maniera differente. Anche se non esiste una regola precisa, sappiamo che circa l’80% dei miopi tende a stabilizzarsi attorno ai 20 anni, ed è infatti a partire da questa età che è possibile sottoporsi agli interventi di correzione con il laser, in cui è necessario che il difetto sia ormai stabilizzato. Tuttavia esiste un 20% di casi in cui la miopia può andare incontro a variazioni e assestamenti anche in età adulta».

È possibile che la miopia migliori con il tempo? Molti sostengono di aver visto abbassata la gradazione dei propri occhiali con l’avanzare dell’età.

«Si tratta di un fenomeno interessante che molti oculisti sostengono da tempo, anche se ciò che avviene non è dovuto propriamente a un miglioramento della miopia, quanto a un errore iniziale di correzione del difetto. In pratica esistono persone che hanno una capacità di messa a fuoco superiore alla norma. Quando queste persone si sottopongono a una visita per la correzione della miopia, è possibile che involontariamente queste vengano ipercorrette, ad esempio vengano assegnati loro occhiali da 5 diottrie quando il loro difetto è di 4 diottrie. In genere una ipercorrezione porta a vederci peggio, tuttavia la loro spiccata capacità di messa a fuoco fa sì che essi riescano a vedere bene anche con la correzione maggiore. Poi in età adulta queste persone perdono, come è normale, la loro capacità di messa a fuoco e si rendono conto di non vedere più bene con le loro lenti. Una volta che si sottopongono alla visita il loro difetto risulta così inferiore a prima, tuttavia non si tratta di un miglioramento della loro miopia, quanto di un errore di correzione iniziale, seppur involontario».

Indossare occhiali oppure lenti a contatto può influenzare in meglio o in peggio la miopia?

«Utilizzare occhiali o lenti a contatto non favorisce nessun miglioramento o peggioramento della miopia, a patto che la correzione sia esatta. Fino a qualche tempo fa alcune teorie sostenevano che le lenti a contatto favorissero l’arresto della miopia, ma queste si sono dimostrate non corrette. Al contrario è dimostrato che una correzione errata, sia inferiore che superiore al difetto, può favorire un peggioramento della miopia, indipendentemente dal fatto che vengano utilizzati occhiali o lenti a contatto. Allo stesso modo non correggere affatto la miopia favorisce il suo peggioramento».

Una miopia eccessiva comporta dei rischi per la vista?

«Assolutamente sì. La grande maggioranza dei casi di miopia è caratterizzata da un allungamento dell’occhio, che a sua volta favorisce lo stiramento della retina che rappresenta un tessuto estremamente delicato e poco elastico. Nelle miopie lievi, che in base alla nostra classificazione includono i difetti fino a 3-4 diottrie, la retina non subisce alcuna alterazione significativa, mentre nei casi di miopie medie o elevate si possono manifestare alterazioni a livello circolatorio o degenerazioni periferiche. In base ai dati scientifici un soggetto con miopia elevata ha una probabilità di andare incontro a distacco della retina 10 volte maggiore rispetto a una persona comune. È per questo motivo che i soggetti con un difetto di miopia medio ed elevato dovrebbero sempre sottoporsi a controlli periodici, attraverso cui è possibile mettere in atto delle strategie di prevenzione».


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