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Mal d’auto, mal d’aereo, mal di barca. Che fatica viaggiare. Capita a molti: essere in auto, leggere un libro o avere gli occhi incollati sullo schermo del telefonino e improvvisamente essere colti da un fastidioso disagio e mal di stomaco. Niente di grave, ma può rendere spiacevole il viaggio.

Che sia in macchina, in aereo o in barca, infatti, la cosiddetta cinetosi può causare nausea, sudore freddo, affaticamento, perdita di appetito, sonnolenza, e anche vomito e mal di testa.

«Quando si parla di mal d’auto, mal d’aereo o mal di barca ci si riferisce alla cosiddetta motion sickness», spiega Roberto Teggi, otorinolaringoiatra dell’Ospedale San Raffaele di Milano e docente di riabilitazione vestibolare all’università Vita Salute, «che procura una, seppur temporanea, sensazione sgradevole di stordimento».

«Chiunque può soffrirne, almeno una volta nella vita, anche se la cinetosi è più comune tra i bambini e gli emicranici».

«Non è chiaro perché alcuni bambini più di altri soffrano di mal d’auto. Ma dal momento che molti di questi bambini, in seguito, sperimentano mal di testa, si ritiene che la cinetosi possa essere un segnale che il bambino diventerà emicranico» sostiene l’American Academy of Pediatrics.

In altre parole, «la motion sickness in età pediatrica è una sorta di precursore emicranico: perché chi soffre di mal d’auto, mal d’aereo, o mal di barca da bambino/a ha più probabilità di soffrire di emicrania in età adulta», chiarisce Teggi.

CAUSE

Il malessere sembra essere innescato da un conflitto neurosensoriale, tra ciò che gli occhi vedono, ciò che il corpo sente e ciò che percepisce l’orecchio interno (il sistema vestibolare). «Il vestibolo - chiarisce l’otorinolaringoiatra - è una sorta di accelerometro che ha un ruolo fondamentale nel coordinare i movimenti di occhi, testa e corpo e assicurare l’equilibrio».

In pratica, durante il viaggio, al cervello arrivano informazioni contrastanti dagli organi di senso che percepiscono il movimento. In auto, per esempio, il corpo è fermo sulla macchina che avanza. Il sistema vestibolare rileva l’accelerazione ma gli altri organi di senso, gli occhi in particolare, no. La stessa cosa in mare: la barca va avanti e ondeggia mentre il corpo è fermo. «E questo mismatch sensoriale fa star male alcune persone».

«Anche la genetica gioca un ruolo in questa partita» aggiunge Teggi. «Sembra infatti che la variazione di alcuni geni predisponga la motion sickness» .

POSSIBILI RIMEDI

«Si tratta di un problema abbastanza comune, riguarda circa il 30% della popolazione, che può essere tenuto a bada con alcuni farmaci da prendere prima della partenza» rassicura l’otorinolaringoiatra. Esistono infatti alcuni rimedi farmacologici per ridurre i sintomi. Si tratta di antistaminici o dei cerotti adesivi. Alcuni sono disponibili senza prescrizione medica, ma il consiglio è di evitare il fai-da-te e di parlarne prima con il medico.

Anche alcuni accorgimenti in viaggio possono alleviare (o prevenire) il malessere. Per esempio può fare la differenza dove ci si siede: meglio il sedile anteriore di un’auto, in corrispondenza dell’ala sull’aereo, in direzione di marcia e vicino al finestrino sull’autobus, nella zona centrale di una nave.

Da evitare, assolutamente, leggere o giocare ai videogiochi. Durante il viaggio meglio puntare il proprio sguardo verso l’orizzonte o comunque verso un punto fermo molto distante.

L’Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma consiglia inoltre ai genitori (in particolare a chi sta per mettersi in viaggio in automobile) di:

* Partire di buon ora quando il bambino o la bambina ha ancora sonno;

* Adottare una guida tranquilla senza forti accelerazioni o decelerazioni (specie in curva);

* Evitare che l’abitacolo sia inondato da odori forti (benzina, profumi, aria viziata ecc.)

* Far fare un piccolo spuntino prima del viaggio. Se il viaggio è lungo, anche durante con crackers o grissini.

* Cercare di distrarre il piccolo, cantando, ascoltando musica o invitandolo a guardare davanti per riconoscere il colore delle macchine... No occhi puntati su tablet o cellulari.

* Tenere l’ambiente fresco, aprendo un po’ i finestrini (o utilizzando con moderazione l’aria condizionata);

* In occasione di viaggi più lunghi, consultare il pediatra per valutare l’utilizzo di specifici farmaci da assumere mezz’ora prima della partenza.