Attraverso una pressione locale sulla particella virale. Lo studio in vitro e in vivo condotto da un team dell’Università di Torino e dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne apre la strada a nuova generazione di antivirali.
Particelle d’oro infinitesimamente piccole in grado di catturare i virus e distruggerli mediante pressione locale. Questa soluzione è stata sviluppata dai virologi dell’Università di Torino insieme a chimici e ingegneri dei materiali dell’Ecole Polytechnique Federale de Lausanne, secondo i quali questo approccio permetterà la creazione di farmaci antivirali contro un gran numero di virus e di combattere malattie come l’Aids, la dengue e la polmonite dei neonati.
NANOPARTICELLE CHE LEGANO E DISTRUGGONO IL VIRUS
Il lavoro, pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Materials, ha portato allo sviluppo di nanoparticelle non tossiche che imitano i recettori delle cellule utilizzati da molti virus per infettare i tessuti del corpo umano ed esercitano una pressione locale sulla particella virale causandone l’irreversibile distruzione. Finora, le nanoparticelle si sono dimostrate efficaci in vitro contro un’ampia gamma di virus che causano importanti malattie nell’uomo (Hiv, Dengue, Herpes simplex, Papillomavirus e il virus respiratorio sinciziale) e in vivo, proteggendo i topi dalla polmonite causata dal virus respiratorio sinciziale, un’importante causa di malattia e di morte soprattutto per i neonati e per gli anziani.
COSA SONO LE NANOPARTICELLE D’ORO
Quella delle nanotecnologie applicate alla medicina è una disciplina abbastanza recente e molto promettente; particolarmente importanti per le loro applicazioni in medicina sono le nanoparticelle d’oro, aggregati colloidali di atomi d’oro che formano particelle delle dimensioni della decina di miliardesimi di metro. Tuttavia, proprio per le loro dimensioni vicine alle dimensioni atomiche, le nanoparticelle d’oro mostrano proprietà fisiche diverse dal metallo di cui sono costituite. La forma influenza le loro proprietà ottiche e termiche e il loro modo di interagire con le cellule. Quelle finora sviluppate, inoltre, seppur capaci di legare alcuni virus, non riuscivano a distruggerli.
UNA NUOVA GENERAZIONE DI ANTIVIRALI?
Lo studio fornisce una chiave per rompere un virus dopo il suo legame con la nanoparticella e apre la strada ad una nuova generazione di farmaci antivirali.
«La lista dei virus capaci di infettare l’uomo e uccidere milioni di persone ogni anno è molto lunga» afferma il Professor David Lembo, docente di Microbiologia e Microbiologia Clinica del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino «ma i farmaci disponibili sono pochi. Inoltre, i farmaci antivirali attuali agiscono esclusivamente su un tipo di virus, a differenza degli antibiotici che possono agire contro un’ampia gamma di batteri. Lo sviluppo di un farmaco antivirale ad ampio spettro rimane un importante traguardo ancora da raggiungere».
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