Si tratta di un tannino naturale appartenente alla famiglia degli ellagitannini, usato largamente nella medicina tradizionale asiatica e studiato per le proprietà astringenti, antiemorragiche, antimalariche e antitumorali.
L'importante scoperta scientifica, che ha coinvolto anche un ricercatore dell'Università di Trento e uno di quella di Padova, è stata pubblicata sul "Journal of Agricultural and Food Chemistry".
In base allo studio, l'agrimoniin è il più importante ellagitannino presente nella fragola e nella fragolina di bosco, e vi si trova nella dose di 200 milligrammi per chilogrammo di frutto.
Secondo quanto hanno riferito i ricercatori, finora l'importanza di questo principio attivo, isolato per la prima volta nel 1982 in una pianta officinale perenne che cresce in Oriente (Agrimonia pilosa Ledeb), era del tutto inesplorata nell'alimentazione umana e ignorata dalle banche dati nutrizionali. Si riteneva erroneamente che il principale ellagitannino della fragola fosse invece un'altra struttura, denominata "sanguiin H6".
Sono in corso altri studi per accertarne la presenza nelle principali varietà coltivate, la variazione della concentrazione con la maturazione del frutto e, in collaborazione con l'Università di Milano, il meccanismo di azione in relazione all'attività anti-malarica.