L’ultimo appiglio sono le cellule staminali mesenchimali prelevate dal grasso, che nelle persone affette dal morbo di Crohn, in presenza di fistole perianali, paiono avere la stessa efficacia della chirurgia e del trattamento con farmaci immunosoppressori.

È questa la speranza che emerge da uno studio pubblicato sulla rivista «The Lancet» per gli oltre centomila pazienti italiani affetti dalla malattia infiammatoria che colpisce l’intestino, un quarto dei quali nel tempo sviluppa pure le fistole perianali: piccoli tunnel che mettono in comunicazione la cute intorno con l’interno del canale anale, a causa dell’infiammazione che colpisce la mucosa intestinale. Una complicanza che quasi mai prevede alternative alla chirurgia, con buoni risultati ma non pochi fastidi per chi finisce sotto i ferri.

RISULTATO PROMETTENTE

La ricerca, portata avanti in 49 ospedali tra Europa, Canada, Stati Uniti e Israele nel triennio compreso tra il 2012 e il 2015, ha visto coinvolt1 212 malati di Crohn affetti da fistola perianale. Il campione è stato suddiviso in due gruppi: il primo (107 pazienti) è stato trattato con cellule mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo di individui adulti, il secondo (105 pazienti) con placebo.

A sei mesi dall’iniezione di centoventi milioni di cellule staminali, nella metà dei pazienti del primo gruppo, rispetto al 34 per cento del secondo, le fistole erano completamente cicatrizzate e il trattamento veniva descritto ben tollerato dai pazienti. Un risultato più promettente rispetto a quello ottenuto in passato con le cellule staminali emopoietiche (tratte dal midollo osseo), usate nella terapia di alcune forme di leucemia.

L’ipotesi secondo cui avrebbero potuto «resettare» il sistema immunitario e quindi interrompere il processo infiammatorio cronico alla base delle fistole perianali e della malattia intestinale non si è dimostrato promettente.

Per dirla con le parole di Silvio Danese, responsabile del Centro per le malattie infiammatorie intestinali dell’Humanitas di Rozzano, tra gli autori della pubblicazione, «più promettente sembra invece l’uso delle cellule mesenchimali prelevate dal tessuto adiposo. Si tratta di cellule che già da molti anni oggetto di interesse da parte dei ricercatori perché, oltre alla loro capacità di generare nuove linee di cellule di grasso, osso e cartilagine, rilasciano sostanze che sembrano modulare l’attività del sistema immunitario e quindi dell’infiammazione».

FISTOLE PERIANALI, QUANDO I FARMACI NON BASTANO

La malattia di Crohn è un’infiammazione cronica dell’intestino che colpisce prevalentemente i giovani adulti tra i 20-25 anni, con una quasi totale prevalenza nei Paesi occidentali. In questi malati le fistole perianali, cioè anormali aperture che si creano tra l’intestino e la cute vicino all’ano, sono tra le più comuni complicanze, spesso sono molto difficili da trattare.

«Quando accade, è importante la bonifica locale effettuata dal chirurgo per rimuovere i focolai di infezione - precisa Antonino Spinelli, responsabile della sezione di chirurgia del colon e del retto dell’HUmanitas -. Ma poi il trattamento con i farmaci a disposizione risolve il disturbo solo in un terzo dei pazienti».

Il trattamento topico con le staminali mesenchimali ha invece permesso di ottenere un beneficio che si è prolungato per un anno più che con il placebo.

Twitter @fabioditodaro


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