Iniziato l’8 maggio, durerà fino al 14 giugno il mese della prevenzione e diagnosi della sindrome dell’occhio secco. Una malattia che, come ricorda il Centro Italiano Occhio Secco di Milano, promotore dell’iniziativa, in Italia colpisce il 90% delle donne in menopausa e il 25% della popolazione over 50.
Si tratta di una malattia oculare cronica, caratterizzata dal deteriorarsi del film lacrimale che ricopre la superficie dell’occhio. Una malattia insidiosa e sottovalutata perché se non trattata tempestivamente può compromettere la qualità della vita.
I SINTOMI
Si palesa tipicamente con un intenso fastidio indotto dalla luce, la sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio e di vedere attraverso un parabrezza appannato. Oltre alla fotofobia e alla visione offuscata, come indicato dall’American Academy of Ophthalmology, altri sintomi sono irritazione, lacrimazione, bruciore, senso di puntura, sensazione di secchezza, lieve prurito, intolleranza alle lenti a contatto, rossore, secrezione mucosa, aumento della frequenza di ammiccamento, affaticamento oculare.
In pratica le lacrime non sono sufficienti a mantenere sana e protetta la superficie anteriore dell’occhio.
L’OCCHIO SECCO AUMENTA CON L’ETÀ
Se in parte quella dell’occhio secco è una condizione legata all’età – perché dopo i 50 anni è fisiologico un ricambio meno frequente del film lacrimale e una minore idratazione oculare –, anche la qualità dell’ambiente in cui viviamo – per esempio l’inquinamento da polveri sottili PM10 e PM2,5 agiscono sull’occhio come talco seccandolo – e l’uso massiccio dei dispositivi digitali – che ci impongono una visione ravvicinata e un maggior consumo di lacrime – hanno un ruolo nella diffusione della sindrome dell’occhio secco. Per le donne un ruolo di primo piano è giocato dai cambiamenti ormonali legati alla menopausa che possono ridurre il film lacrimale.
Anche i cambiamenti climatici, però, a quanto pare possono compromettere la salute oculare. L’aumento delle temperature e la diminuzione dell’umidità sembrano per esempio aggravare i sintomi dell’irritazione, in particolare in chi soffre di una secchezza oculare evaporativa (dovuta cioè a un eccesso di evaporazione delle lacrime). «Riteniamo che un’aria più secca possa causare un aumento dei sintomi nelle persone che sono soggette a secchezza oculare» spiega per esempio Sheila West, del Johns Hopkins Wilmer Eye Institute, ricordando che l’inquinamento atmosferico e una maggiore esposizione alle radiazioni ultraviolette comportano rischi potenziali per la salute degli occhi.
SCREENING GRATUITI
Una volta diagnosticato, l’occhio secco deve essere trattato, più volte nell’arco della giornata, con sostituti lacrimali, per ripristinare il film lacrimale e le condizioni ottimali dell’epitelio, e un’accurata igiene della palpebra e, a seconda della severità, con opportuni farmaci (antinfiammatori...).
La campagna di prevenzione promossa dal Centro Italiano Occhio Secco di Milano punta dunque a sensibilizzare la popolazione sulla sindrome dell’occhio secco, ricordando l’importanza delle periodiche visite oculistiche per il monitoraggio della salute dei propri occhi.
Durante la campagna, centri oculistici universitari ed ospedalieri di 11 città italiane saranno a disposizione per una visita gratuita e una serie di esami diagnostici che consentono di rilevare anomalie nel sistema lacrimale e diagnosticare la malattia. È possibile prenotare gli screening gratuiti da questo sito
https://www.centroitalianoocchiosecco.it/. @simona_regina