ROMA - In base ad un rapporto dell'Ocse, nel 2050 l'inquinamento dell'aria causerà la morte di 3,6 milioni di persone in tutto il mondo.

Quindi, da qui a quella data, l'inquinamento atmosferico diventerà il "big killer" principale superando quello dell'acqua e la mancanza di servizi igienici.

Secondo il documento, in questo momento solo il 2% della popolazione delle città del mondo vive con livelli di pm10 accettabili, mantenendosi sotto i 20 microgrammi per metro cubo, mentre il 70% ne subisce più di 70, cifra destinata a crescere nei prossimi anni.

Un altro aspetto preoccupante è quello dell'ozono nelle città, che raddoppierà le proprie vittime dalle 385mila l'anno a più di 800mila. Molte di queste morti saranno concentrate in Asia, rileva il rapporto dell'Ocse, ma anche i paesi occidentali saranno colpiti, soprattutto perché gli anziani, che saranno sempre più numerosi, sono più sensibili a questo gas. In aggiunta i livelli di ossidi di zolfo e azoto sono destinati, in assenza di interventi, ad aumentare rispettivamente del 90 e del 50%.

Secondo il documento, nello stesso periodo di tempo le emissioni di gas serra potrebbero aumentare del 50%, e il consumo dell'acqua del 40%, mentre un 10% della biodiversità andrà perduta. Si tratta di problemi tutti interconnessi tra loro che non si possono risolvere una alla volta.