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Gustoso al punto giusto per condire le nostre pietanze, l’olio extravergine di oliva è in realtà un «alleato» della salute. Ricco di sostanze antiossidanti, l’«oro verde» del Mediterraneo è anche un potente antinfiammatorio.

Questo è quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Bari - finanziato dall’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (Airc) - e pubblicato sull’ultimo numero della rivista «Gastroenterology». I ricercatori, coordinati da Antonio Moschetta, ordinario di medicina interna, hanno dimostrato (su modello animale) come il principale acido presente nell’olio extravergine di olivo, l’acido oleico, sia uno «scudo» efficace contro i meccanismi che determinano l’infiammazione. Questa, se cronica, è considerata uno dei fattori di rischio per l’insorgenza del tumore del colon: oltre 51mila le diagnosi previste nel 2018, secondo soltanto al cancro della mammella.

Effetto antinfiammatorio e antitumorale

Gli scienziati - tra loro anche tre colleghi di Tolosa (Francia), un gruppo di Cambridge (Inghilterra) e un ricercatore statunitense (Università del Wisconsin-Madison) - sono partiti da un dato di fatto: l’acido oleico è sintetizzato anche all’interno del nostro organismo, grazie a un enzima chiamato stearoil-coenzima A desaturasi 1 (Scd1), situato nell’epitelio intestinale. Per essere certi del meccanismo evolutivo che ci ha portato a sintetizzare questa molecola, i ricercatori hanno lavorato sui topi: «silenziando» l’enzima e valutando l’evoluzione delle loro condizioni cliniche, fornendo ad alcuni animali la molecola dall’esterno e ad altri no.

S’è così osservato che i topi privati del gene che codifica per l’enzima Scd1 e la cui dieta non prevedeva l’apporto di acido oleico nel tempo accumulavano acido stearico (un grasso saturo presente soprattutto negli alimenti di origine animale) a scapito dei monoinsaturi (palmitoleico e oleico).

Oltre a questa osservazione, i ricercatori hanno constatato un aumento dei marcatori dell’infiammazione e dell’attività di proliferazione cellulare che è alla base del processo che da il la alla formazione di un tumore. I topi privati dell’enzima Scd1, alla prova dei fatti, si sono ammalati di più di cancro del colon: di forme più estese e aggressive, peraltro. Questo, con ogni probabilità, è avvenuto proprio a causa della ridotta sintesi endogena dell’acido oleico.

Un cucchiaio di olio Evo a pranzo e a cena

Ciò vuol dire che, se da una parte la natura ci ha fornito la possibilità di produrre per conto nostro l’acido oleico, dall’altra abbiamo la possibilità di incrementarne l’introito per proteggerci, senza che ciò arrechi effetti collaterali.

Era già un dato di fatto, secondo Moschetta, che «nei pazienti con la sindrome metabolica, l’olio extravergine di oliva riduce il grasso addominale e aiuta a diminuire o controllare il peso corporeo, avendo così un effetto protettivo indiretto anche nei confronti di diverse malattie oncologiche».

Ma d’ora in avanti quella che era soltanto un’ipotesi, potrebbe diventare una certezza: l’«oro verde» come antitumorale non è probabilmente molto di la da venire. Adesso serviranno gli studi randomizzati sull’uomo per avere conferma di quanto appena scoperto. «Ma siamo già in grado di dire che se nella dieta si aggiunge acido oleico, si ripristina la normale fisiologia intestinale - prosegue lo scienziato -. Questo determina una riduzione dell’infiammazione e la protezione contro la formazione dei tumori. Un’opportunità di cui devono tenere conto tutti, ma soprattutto quei pazienti con una malattia infiammatoria intestinale come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa, coloro che sono stati già colpiti dal tumore del colon o che hanno familiarità per la stessa».

Olio extravergine di oliva per la prevenzione primaria e secondaria, dunque, ma anche come alleato nel corso delle terapie. «Il consiglio è quello di consumarne un cucchiaio a pranzo e uno a cena, oltre a quello che si usa per cucinare».

Le altre prove a sostegno dell’olio extravergine di oliva

L’olio extravergine di oliva è l’alimento cardine della dieta mediterranea, di cui l’Italia e in particolare la Puglia abbondano: da qui anche l’interesse nei suoi confronti mostrato da anni dai ricercatori dell’ateneo barese. Le proprietà nutrizionali sono riconosciute in tutto il mondo: ricco di polifenoli, che sono sostanze antiossidanti, ha un’azione protettiva sul sistema cardiovascolare e aiuta i soggetti con la sindrome metabolica poiché normalizza i livelli di glicemia e di insulina.

Le prove più solide dell’azione benefica dell’olio extravergine di oliva ottenute finora chiamano in causa soprattutto la salute cardiovascolare. Negli studi condotti in soggetti a rischio per infarto, la sua assunzione e l’aderenza (complessiva) alla dieta mediterranea hanno ridotto quasi di un terzo la comparsa di eventi acuti a carico del cuore. A ciò occorre aggiungere i benefici per i diabetici e per chi ha comunque problemi nella regolazione dei livelli di zuccheri nel sangue: questo perché l’olio ha dimostrato di poter «normalizzare» i valori di glicemia e, di conseguenza, la concentrazione di insulina in circolo nel sangue.

Twitter @fabioditodaro