I pidocchi sono dei parassiti, non possono cioè sopravvivere se non nell’organismo umano: hanno un corpo piatto, zampe dotate di piccoli uncini che gli permettono di aderire a capelli e peli in genere e sono dotati di un apparato buccale capace di forare la cute e succhiare il sangue per sopravvivere. Generalmente si distingue fra pediculus humanus capitis, responsabile della pediculosi del capo, il phthirus pubis responsabile della pediculosi inguinale e il pediculus humanus corporis responsabile della pediculosi del tronco.

Pediculosi del capo

La pediculosi del capo è un’infestazione diffusa in tutto il mondo: di solito i focolai epidemici si concentrano durante il periodo scolastico e in estate durante i soggiorni in colonia. I pidocchi del capo, di colore grigiastro, hanno la capacità di mimetizzarsi con il colore dei capelli dell’ospite; grazie alle zampette uncinate sono capaci di ancorarsi ai capelli e passare da una testa a un’altra per contatto diretto; i pidocchi non sanno né volare né saltare. Le infestazioni sono frequenti negli ambienti comunitari come le scuole e in particolar modo in quelle dell’infanzia, dove i bambini giocando, più facilmente vengono in contatto diretto. I pidocchi, inoltre, possono aderire ai capelli attraverso lo scambio di effetti personali come cappelli, pettini, sciarpe o cuscini per questo nei luoghi collettivi sarebbe buona norma non sovrapporre mai cuscini sui quali i bambini dormono e neppure sciarpe, cappelli e cappotti: ogni bambino dovrebbe avere un armadietto per i suoi effetti personali.

Ciclo vitale di un pidocchio

Il ciclo vitale di un pidocchio è di 6-7 settimane: le femmine sono in grado di depositare da 100 a 300 uova (le lendini) durante la loro vita, al ritmo cioè di 8-10 al giorno; le lendini hanno l’aspetto di puntini bianchi o marrone chiaro, hanno una forma allungata, sono translucidi e della grandezza di una capocchia di spillo. Potrebbero essere confusi con la forfora, ma si differenziano per la forte adesione al capello e la rimozione solo passando un pettine a denti molto stretti. Quando le uova si schiudono le larve iniziano subito a succhiare il sangue e devono farlo per tutta la loro vita per 5-6 volte al giorno; sono proprio queste punture ripetute a irritare il cuoio capelluto e a produrre il caratteristico prurito all’altezza della nuca o dietro le orecchie.

Prevenzione: come si fa?

È possibile prevenire le infestazioni di pidocchi? «In commercio esistono prodotti che vengono definiti preventivi nei confronti della pediculosi: in realtà, non esistono prodotti repellenti in grado di impedire al pidocchio di infestare una persona. È quindi inutile usare questi prodotti prima dell’infestazione – spiega il dottor Luigi Naldi specializzato in dermatologia e allergologia, neo-direttore dell’unità operativa complessa di Dermatologia dell’Ospedale san Bortolo di Vicenza e direttore del Centro Studi GISED che chiarisce ancora- Altro pregiudizio è credere che i pidocchi infestino solo le persone sporche. Qualsiasi individuo può essere infestato, indipendentemente dalla sua igiene. Quando c’è un caso in famiglia tutti si dovrebbero controllare a vicenda. È bene notare che tagliare i capelli, lavarli e spazzolarli frequentemente non sono metodi di prevenzione, né combattono l’infestazione. È stato infine accertato, come gli animali non svolgano alcun ruolo nella trasmissione della pediculosi».

Cosa fare in caso di infestazione

Quando si scopre di avere i pidocchi è importante avvisare la scuola eventualmente frequentata dal bambino e procedere alla risoluzione del problema prima di riammetterlo. In commercio sono disponibili numerosi prodotti sotto forma di polvere, creme, shampoo anche se bisognerebbe farsi consigliare dal proprio medico sul prodotto più opportuno da utilizzare.

Dagli studi disponibili il prodotto più efficace risulta essere la permetrina, una molecola appartenente alla famiglia dei piretroidi capace di uccidere sia i pidocchi che le uova. All’estero sono stati riportati casi di resistenza, in Italia non si dispone di dati esaurienti sull’argomento per questo di solito, si consiglia, a scopo precauzionale di aumentare leggermente i tempi di contatto fra il prodotto a base di permetrina e il capo, rispetto a quello indicato sulla confezione.

È bene sapere, inoltre, che una volta fatto lo shampoo con l’antiparassitario prescelto, bisognerebbe risciacquare con aceto, nella quantità di 100 g per ogni litro di acqua calda, poiché questo accorgimento favorisce il distacco delle lendini, che in ogni caso andrebbe completato con l’ausilio di un pettine a denti molto fitti. A tal proposito il dottor Naldi precisa ancora: «L’uso sistematico di un pettine de ovulante, cioè un pettine con i denti distanziati meno di 0,3mm fra di loro, in grado di trattenere anche le lendini, è un valido aiuto non solo nella rimozione, ma anche nella prevenzione della pediculosi, in quanto facilita l’identificazione dei parassiti, rimanendo questi impigliati fra i denti ».

Finito il trattamento disinfestante, infine, è buona norma igienizzare i pettini utilizzati per la disinfestazione in acqua calda e shampoo antiparassitario e lavare vestiti, lenzuola, coperte, sciarpe, berretti e anche i giocattoli di pezza e peluche a 60° per almeno 20 minuti. Il trattamento antiparassitario, di solito, va ripetuto dopo 8 giorni.


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