Riuscite a immaginare come si possa vivere con il naso sempre chiuso e praticamente senza senso dell’olfatto e del gusto e subire un intervento chirurgico anche ogni sei mesi? Questa è la condizione che caratterizza giocoforza le persone affette da poliposi nasale, una malattia che nasce come conseguenza di uno stato infiammatorio cronico specifico del sistema immunitario, e che può diventare una costante per tutta la vita. Nelle forme più gravi e croniche, infatti, nemmeno le terapie a base di cortisone e gli interventi di rimozione chirurgica possono risolverla. L’obiettivo, in questi casi, è alleviare il problema.
Che cos’è la poliposi nasale?
La poliposi nasale è una malattia infiammatoria cronica delle cavità nasali. I polipi sono neoformazioni benigne non cancerose, la cui origine non è ancora del tutto nota. Qualsiasi condizione che inneschi un meccanismo infiammatorio cronico nelle cavità nasali e paranasali, come allergie o infezioni, può aumentarne considerevolmente il rischio di formazione. Non è un caso, di conseguenza, che la poliposi nasale si associ nella maggior parte dei casi alla rinosinusite cronica. Gli studi epidemiologici forniscono, per la rinosinusite cronica in generale, dati di prevalenza variabili a seconda delle aree geografiche tra il 2 ed il 14 per cento. Per quanto riguarda specificamente la poliposi nasale, i dati si stimano intorno all’1-5 per cento, anche se mancano studi epidemiologici puntuali per stimarla in modo accurato. L’asma è presente in percentuali variabili dal 30 al 60 per cento dei soggetti con poliposi nasale, che può risultare associata anche alla dermatite atopica, alla rinite allergica, all’esofagite eosinofila e, più in generale, allergie. Ragion per cui la malattia può richiedere più consulti prima di essere inquadrata correttamente, con il coinvolgimento di diversi specialisti: dall’otorino all’allergologo, dallo pneumologo all’immunologo, dal pediatra fino al reumatologo.
Come si cura?
Spesso i sintomi della poliposi nasale, soprattutto in fase iniziale, sono sottovalutati. Tra questi, ci sono l’ostruzione delle vie respiratorie, il dolore facciale e il mal di testa. Fino ad arrivare, nelle forme più avanzate, alla perdita dell’olfatto e del gusto. Fino a oggi, le uniche due opzioni di trattamento erano, da un lato, la chirurgia e, dall’altro, l’utilizzo di corticosteroidi sistemici o topici endonasali. Entrambe le opzioni non sono però risolutive, dato l’alto rischio di recidive e (per quanto riguarda i cortisonici), non prive di importanti effetti collaterali legati all’utilizzo prolungato. Da qualche mese l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato l’utilizzo di un nuovo anticorpo monoclonale (dupilumab) quale terapia aggiuntiva ai corticosteroidi intranasali per il trattamento (negli adulti) della rinosinusite cronica associata a una poliposi nasale grave non trattabile con il cortisone o per via chirurgica.
Dupilumab, che in Italia è già utilizzato per la dermatite atopica moderata o grave, è un anticorpo monoclonale che ha come target il recettore dell’interleuchina 4. Bloccando gli effetti delle molecole coinvolte nell’infiammazione di tipo 2 alla base della poliposi nasale e delle altre malattie a essa associate, Dupilumab si è rivelato efficace nel ridurre le riacutizzazioni, nel migliorare la funzione respiratoria e la qualità di vita.
Twitter @fabioditodaro
Riuscite a immaginare come si possa vivere con il naso sempre chiuso e praticamente senza senso dell’olfatto e del gusto e subire un intervento chirurgico anche ogni sei mesi? Questa è la condizione che caratterizza giocoforza le persone affette da poliposi nasale, una malattia che nasce come conseguenza di uno stato infiammatorio cronico specifico del sistema immunitario, e che può diventare una costante per tutta la vita. Nelle forme più gravi e croniche, infatti, nemmeno le terapie a base di cortisone e gli interventi di rimozione chirurgica possono risolverla. L’obiettivo, in questi casi, è alleviare il problema.
Che cos’è la poliposi nasale?
La poliposi nasale è una malattia infiammatoria cronica delle cavità nasali. I polipi sono neoformazioni benigne non cancerose, la cui origine non è ancora del tutto nota. Qualsiasi condizione che inneschi un meccanismo infiammatorio cronico nelle cavità nasali e paranasali, come allergie o infezioni, può aumentarne considerevolmente il rischio di formazione. Non è un caso, di conseguenza, che la poliposi nasale si associ nella maggior parte dei casi alla rinosinusite cronica. Gli studi epidemiologici forniscono, per la rinosinusite cronica in generale, dati di prevalenza variabili a seconda delle aree geografiche tra il 2 ed il 14 per cento. Per quanto riguarda specificamente la poliposi nasale, i dati si stimano intorno all’1-5 per cento, anche se mancano studi epidemiologici puntuali per stimarla in modo accurato. L’asma è presente in percentuali variabili dal 30 al 60 per cento dei soggetti con poliposi nasale, che può risultare associata anche alla dermatite atopica, alla rinite allergica, all’esofagite eosinofila e, più in generale, allergie. Ragion per cui la malattia può richiedere più consulti prima di essere inquadrata correttamente, con il coinvolgimento di diversi specialisti: dall’otorino all’allergologo, dallo pneumologo all’immunologo, dal pediatra fino al reumatologo.
Come si cura?
Spesso i sintomi della poliposi nasale, soprattutto in fase iniziale, sono sottovalutati. Tra questi, ci sono l’ostruzione delle vie respiratorie, il dolore facciale e il mal di testa. Fino ad arrivare, nelle forme più avanzate, alla perdita dell’olfatto e del gusto. Fino a oggi, le uniche due opzioni di trattamento erano, da un lato, la chirurgia e, dall’altro, l’utilizzo di corticosteroidi sistemici o topici endonasali. Entrambe le opzioni non sono però risolutive, dato l’alto rischio di recidive e (per quanto riguarda i cortisonici), non prive di importanti effetti collaterali legati all’utilizzo prolungato. Da qualche mese l’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ha approvato l’utilizzo di un nuovo anticorpo monoclonale (dupilumab) quale terapia aggiuntiva ai corticosteroidi intranasali per il trattamento (negli adulti) della rinosinusite cronica associata a una poliposi nasale grave non trattabile con il cortisone o per via chirurgica.
Dupilumab, che in Italia è già utilizzato per la dermatite atopica moderata o grave, è un anticorpo monoclonale che ha come target il recettore dell’interleuchina 4. Bloccando gli effetti delle molecole coinvolte nell’infiammazione di tipo 2 alla base della poliposi nasale e delle altre malattie a essa associate, Dupilumab si è rivelato efficace nel ridurre le riacutizzazioni, nel migliorare la funzione respiratoria e la qualità di vita.
Twitter @fabioditodaro