Non è la panacea assoluta contro il male, che soltanto in Italia colpisce seimila persone. Ma per i pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica, d’ora in avanti, ci sarà una nuova opportunità terapeutica: la prima dopo oltre vent’anni.
L’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha infatti dato il via libera all’erogazione a carico del Servizio Sanitario Nazionale dell’Edaravone (nome commerciale: Radicut), un medicinale che s’è rivelato in grado di rallentare in maniera moderata la degenerazione motoria provocata dalla malattia. L’Italia è il primo Paese europeo ad aver compiuto questo passo. Fondamentale è stato il contributo dei pazienti, dal momento che la richiesta formale all’Aifa era giunta dall’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica (Aisla).
ECCO CHI POTRÀ ASSUMERE IL RADICUT
Il nuovo farmaco, messo a punto in Giappone per il trattamento degli ictus, è stato oggetto negli anni di ripetuti studi sulla sclerosi laterale amiotrofica. I primi risultati non furono incoraggianti, visto che non fu registrata alcuna differenza significativa tra i pazienti trattati con l’Edaravone e quelli trattati con il placebo. In altri casi, addirittura, si erano verificati importanti effetti collaterali. Ma analizzando i dati, i ricercatori notarono che una determinata popolazione mostrava una risposta interessante al farmaco. Ed è su questa specifica tipologia di pazienti che si sono concentrate le sperimentazioni successive. S’è così potuti arrivare, come documentato da uno studio pubblicato a maggio sulla rivista scientifica «The Lancet Neurology», a riscontrare che il Radicut induce un lieve rallentamento nel peggioramento dello stato funzionale in pazienti con specifiche caratteristiche: come la comparsa della malattia da non oltre due anni, una disabilità moderata e una buona funzionalità respiratoria.
IN ITALIA UN’OPPORTUNITÀ PER 1500 PAZIENTI
A tutti i pazienti con le suddette caratteristiche, che in Italia si stimano essere poco più di 1500, d’ora in avanti il neurologo potrà prescrivere il nuovo farmaco. Servirà ancora qualche settimana però, dal momento che sono in via di definizione le procedure di importazione del farmaco dal Giappone, dove è prodotto dall’azienda Mitsubishi Tanabe.
Il trattamento prevede somministrazioni per infusioni endovena giornaliere per due settimane consecutive e poi ad intervalli di due settimane. Vista la complessità della somministrazione e considerate le possibili difficoltà di spostamento dei pazienti, il Radicut è stato riconosciuto come farmaco di fascia H. La somministrazione sarà pertanto limitata agli ospedali e alle strutture analoghe che saranno individuate dalle Regioni.
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