Quando si parla di sciatica ci si riferisce al dolore localizzato nella regione lombare e del gluteo, con irradiazione alla coscia e a tutto l’arto inferiore, dove possono comparire anche parestesie e sensibilità alterata. Più precisamente la condizione viene descritta come lombosciatalgia.
Quando il dolore non si irradia all’arto inferiore, non si estende cioè più in basso del ginocchio, si parla di lombalgia, ovvero di semplice mal di schiena, una condizione che si stima interessi almeno una volta nella vita, l’80% della popolazione.
La lombosciatalgia, invece, è una condizione meno comune: si stima interessi il 4-5% della popolazione, ha una prognosi meno favorevole della lombalgia e chi ne è affetto tende a essere più sconfortato rispetto alla sua evoluzione rispetto a quanto succede in caso di diagnosi di lombalgia.
«La lombalgia è una patologia molto frequente, spesso definita nel mondo moderno la malattia del benessere, cioè legata alla sedentarietà della vita moderna. È anche definita a volte, come la patologia “del portafoglio” insorgente in persone benestanti e in sovrappeso, o in persone meno abbienti che vivono come stressogeno il fattore economico, connotando una condizione legata anche alla qualità della vita e all’aspetto psico-somatico-sociale del paziente. In ogni caso, spesso, la lombalgia e la lombosciatalgia sono correlate ad uno sforzo fisico, per esempio sollevare un peso o ad una prolungata posizione, seduta in auto, lavoro sedentario e spesso si attenua con il riposo in posizione supina» chiarisce Stefano Masiero Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa - Dipartimento di Neuroscienze-Università degli Studi di Padova.
Come si diagnostica
La diagnosi viene fatta attraverso l’esame obiettivo del medico e quelli strumentali. Si distingue fra forma acuta quando la durata della sintomatologia è inferiore alle 4-6 settimane, sub-acuta se il dolore persiste fra le 6 e le 12 settimane e di forma cronica se il dolore persiste per più di 12 settimane.
«La condizione riconosce fra le sue cause principalmente la degenerazione discale con protrusione dell’ernia discale e compressione della radice radicolare oppure compressione della radice del nervo sciatico per altre cause quale degenerazione legata al lavoro svolto durante la propria esistenza. Come per ogni patologia, l’approccio iniziale è anamnestico, in seguito si procede con l’esame obiettivo vertebrale preciso e mirato utilizzando i test clinici che permettono la distinzione tra: 1) dolore lombare isolato 2) dolore irradiato all’arto inferiore associato o meno a lombalgia e 3) lombo sciatalgia. Solo con un orientamento di questo genere è possibile prescrivere eventuali valutazioni strumentali da eseguire (radiografie, Risonanza Magnetica o TC) e impostare il trattamento terapeutico più adatto» spiega il professor Masiero.
Trattamenti necessari
La sintomatologia spesso è autorisolutiva nell’arco delle prime 4 settimane, forse a causa di un meccanismo di riassorbimento spontaneo. La condizione tuttavia, tende facilmente a recidivare, ovvero a cronicizzare, soprattutto entro i due anni dalla prima comparsa.
Le linee guida internazionali secondo le diverse società scientifiche hanno, su alcuni approcci riabilitativi, pareri discordanti, ma quasi tutte sono concordi nell’affermare che nella lombalgia acuta, sub-acuta cronica e nella lombosciatalgia, l’esercizio terapeutico sia il cardine per la guarigione. Nella maggior parte dei casi la lombalgia acuta o cronica, di origine meccanica da protrusione discale, da ernia, da sindrome delle faccette articolari, o da contrattura muscolare risulta essere una patologia ad approccio conservativo, e spesso, dopo un approccio riabilitativo integrato il paziente può tornare alla propria vita normale, anche se in termini di prevenzione secondaria è consigliato effettuare esercizi di mantenimento e di igiene posturale quotidiana, mentre in pochi casi selezionati, spesso di lombosciatalgia, vi è indicazione chirurgica.- Chiarisce ancora il professor Masiero - Il trattamento conservativo, comprende esercizi di potenziamento del core, ovvero esercizi isometrici, isotonici, isoinerziali, esercizi di coordinazione della muscolatura del tronco, posture secondo metodo McKenzie, esercizi di stretching.
Le più recenti linee guida considerano le posture di thai chi e di yoga utili per la lombalgia in fase acuta e cronica. Tutte le consensus di esperti, inoltre, sono concordi nell’affermare che l’esercizio aerobico sia utile nella lombalgia acuta o cronica e che l’immobilità sia deleteria. In fase di lombalgia acuta o cronica, ma non di lombosciatalgia, le tecniche di medicina manuale manipolativa sono risultate efficaci ed internazionalmente accettate dalla comunità scientifica, esse sono molto efficaci anche per ridurre il dolore lombare da disturbo meccanico dell’articolazione sacro-iliaca, spesso causa di dolore irradiato e troppo spesso misconosciuta, poiché effettuate da personale medico qualificato».
Il trattamento farmacologico per il dolore
Sia la lombalgia che la lombosciatalgia sono condizioni che si caratterizzano per il forte dolore. «La lombalgia e la lombosciatalgia sono condizioni cliniche, frequenti e disabilitanti per il paziente che si trova spesso limitato nei movimenti delle attività quotidiane e nelle attività sportive, viene ad innescarsi dunque un processo di kinesiofobia, cioè paura del movimento data la prevalenza del sintomo dolore, quest’ultimo che deve sempre essere attentamente valutato da parte del medico» precisa il professor Masiero.
«La lombo sciatalgia, in particolare, richiede un’attenuazione importante del dolore che può essere invalidante. Di solito a questo scopo si utilizzano antidolorifici, FANS e cortisonici. – Chiarisce Stefano Coaccioli, presidente Associazione Italiana per lo studio del dolore e Direttore Clinica Medica, Reumatologia e Terapia Medica del Dolore Azienda Ospedaliera “Santa Maria” di Terni che aggiunge- Le linee guida riportano chiaramente che è controindicato il riposo a letto, mentre è importante mantenersi attivi: proprio un atteggiamento attivo facilita il recupero. Se il dolore persiste, si può alleviare con fisiochinesiterapia specifica e infiltrazioni cortisoniche. Altre opzioni terapeutiche vedono negli oppiacei una ottima alternativa, specialmente per l’attenuazione del dolore cronico, con l’impiego di ossicodone, fentanyl, tramadolo, tapentadolo. Controverso rimane il ruolo dell’utilizzo dei gabapentinoidi, largamente usati nella pratica clinica, anche se non ci sono studi scientifici che ne supportano l’effettiva utilità».
Utilità di un approccio multidisciplinare
Per la risoluzione della lombo sciatalgia e l’evitare del recidivare della condizione è necessario affrontare la condizione il maniera multidisciplinare come conclude il professor Masiero: «Può essere utile, per la risoluzione della condizione avvalersi della terapia cognitivo-comportamentale soprattutto per quanto riguarda il superamento della kinesiofobia legata al movimento traumatico che spesso ha scatenato l’insorgere del dolore. Risulta inoltre fondamentale il training neuromotorio e propriocettivo per riadattare il corpo umano a movimenti progressivamente più complessi che riportano il paziente in assenza di dolore e paura alla quotidianità. Come già accennato il sovrappeso e la sedentarietà, sono fattori fortemente incidenti nella patologia lombare, per cui delle sane abitudini alimentari e una vita attiva sono fondamentali nella prevenzione e nella terapia di tale condizione, poiché permettono di avere una fitness metabolica adeguata con conseguente corretto rapporto tra massa magra e massa grassa, una maggiore autostima verso di sé e una serie di fattori emozionali positivi indotti da un corretto stile alimentare e dalla vita sportiva in generale».