Osservare regolarmente la schiena dei propri figli anche se, con l’arrivo dell’adolescenza, ciò diventa sempre più difficile. Solo così è possibile individuare tempestivamente problemi alla schiena, scoliosi inclusa. L’appello a genitori e insegnanti viene dal dottor Marco Brayda-Bruno, responsabile dell'Unità Operativa di Chirurgia Vertebrale III – scoliosi dell'IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano e responsabile scientifico della Fondazione Scoliosi Italia.
Sbaglieremmo a puntare il dito contro la cartella pesante o le troppe ore trascorse seduti o facendo tennis, scherma o attività asimmetriche. La scoliosi è una patologia dello sviluppo osseo: «Nessun errore posturale potrà mai essere la causa della scoliosi che è un’alterazione strutturale delle vertebre, caratterizzata da curvatura e rotazione della colonna, in cui i muscoli seguono - mette subito in chiaro lo specialista. – Per questa ragione, nessun intervento muscolare potrà mai invertire la tendenza peggiorativa della scoliosi: l’attività fisica è coadiuvante delle terapie, come il corsetto, permettendo di mantenere il tono muscolare nei pazienti».
La scoliosi colpisce maggiormente le ragazze dei ragazzi, quasi sette volte di più, e compare dopo i 10 anni. L’80% dei casi circa di scoliosi è idiopatica, non ha cioè origine in una malattia neurologica e non è congenita. L’incidenza delle forme lievi è dell’1,5%, l’1% è costituito da forme gravi risolvibili con il corsetto e lo 0,5% dei casi richiede la chirurgia per correggere le deviazioni del rachide. I casi lievi vanno comunque controllati regolarmente per evitare il progredire della malattia, proprio perché la scoliosi non trattata tende a peggiorare durante il periodo dello sviluppo e a volte anche dopo.
Il grosso problema è la tempestività della diagnosi. «Ci sono dei ragazzi che arrivano al primo controllo radiografico già delle curve che superano i 60 gradi» spiega lo specialista. Una diagnosi precoce consente di intervenire prima che la progressione della scoliosi porti a gravi deformazioni spinali sempre più complicate da trattare.
«Chi fa sport a livello agonistico, viene monitorato costantemente, ma non così il restante 80% delle ragazze e dei ragazzi» spiega il dottor Marco Brayda-Bruno, ricordando come grazie agli sforzi della National Scoliosis Foundation americana, negli Stati Uniti il 60% degli Stati ha re-introdotto gli screening scolastici, in seguito ad un aumento del numero di casi di interventi chirurgici per scoliosi, triplicata a seguito della cancellazione dei programmi di screening.
«Come Fondazione Scoliosi Italia, organizziamo la formazione di insegnanti di educazione fisica e di genitori attraverso delle Giornate di osservazione posturale: questo progetto a basso costo per le scuole ha consentito lo svolgimento di un’attività di ampio monitoraggio che un tempo veniva svolta dal medico scolastico e oggi non c’è più».
La valutazione della schiena consiste nell’osservazione del bambino in piedi con il busto diritto e flesso in avanti. In caso di asimmetria a carico delle spalle, delle scapole, della parte laterale dei fianchi e del bacino, è meglio rivolgersi al pediatra che valuterà l’opportunità di un approfondimento diagnostico. Come spiega il dottor Marco Brayda-Bruno, «la valutazione clinica consente di riconoscere eventuali problemi alla schiena, ma l’esame diagnostico per la scoliosi è la radiografia» per vedere con precisione la forma delle singole vertebre e il loro allineamento. Dopodiché, corsetti e busti sono l’unica soluzione terapeutica per un organismo che è ancora in crescita e a volte permettono di raggiungere la maturità dello sviluppo senza ricorrere alla chirurgia.