ROMA - Sono sempre di più i clown ospedalieri che hanno l'obiettivo di far divertire i bambini ricoverati nei reparti pediatrici.
I "nasi rossi", che cercano di regalare un sorriso ai piccoli pazienti attraverso i modi simpatici e i loro visi buffi, si sono riuniti a Roma nel primo congresso europeo.
Al meeting è presente il "papà" dei clown in corsia, l'americano Michael Christensen, che dal 1986 ha cominciato a far divertire con bolle di sapone e altri giochi i bimbi del "Babies Hospital" di New York, mentre in Italia uno tra i primi ad adottare la clownterapia, 15 anni fa, è stato l'ospedale pediatrico "Meyer" di Firenze.
Quello del clown ospedaliero è un vero e proprio mestiere, ha spiegato Maria Baiada del Meyer: bisogna essere professionisti dello spettacolo e poi avere un forte desiderio di aiutare gli altri.
Queste figure, ha aggiunto Carla Maria Carlevaris, responsabile della ludoteca dell'ospedale "Bambin Gesù" di Roma, sono diventate sempre più importanti come supporto non farmacologico alle terapie del dolore, soprattutto "perché i piccoli ricoverati si sentono fragili, invasi nel corpo e nello spazio vitale".