ROMA - Secondo una ricerca coordinata da Francesco Rubino del Weill Cornell Medical College e Geltrude Mingrone dell'Università Cattolica di Roma e pubblicata dal "New England Journal of Medicine", gli interventi chirurgici antiobesità funzionano meglio dei farmaci contro il diabete di tipo 2.
Infatti, nella maggior parte dei casi, a due anni dall'operazione si giunge ad una completa guarigione.
Lo studio è stato condotto su 60 pazienti di Roma con grave obesità e diabete avanzato, divisi in tre gruppi: uno trattato con farmaci, uno con bypass gastrico e uno con diversione bilopancreatica. A due anni dall'intervento nel primo gruppo non c'è stata remissione della malattia, mentre il diabete è scomparso nel 95% delle diversioni e nel 75% dei bypass.
"Si tratta di interventi con un rischio minimo - ha spiegato Rubino - ma che hanno una capacità di migliorare i valori di glucosio e colesterolo nel sangue che li rende ideali nel trattamento del diabete di tipo 2".
La ricerca ha rilevato che a generare gli effetti positivi non è la perdita di peso conseguente all'intervento, ma meccanismi che coinvolgono la produzione di ormoni.
La scoperta riguarda soprattutto quei pazienti che non rispondono ai trattamenti farmacologici.
"Per chi risponde bene alle terapie tradizionali non c'è necessità di un intervento - ha precisato Mingrone - ma secondo alcuni studi europei meno di metà dei pazienti riesce a restare nei target di valori prefissati. Per gli altri c'è una chiara indicazione a favore dell'operazione".