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«Un esperto per te» è la campagna informativa dedicata alle persone con asma e malattie respiratorie croniche, spesso in apprensione per il timore di essere più vulnerabili al Covid. Si tratta di tre incontri in diretta con clinici esperti (oggi 1 luglio alle 19 sulla pagina FB della campagna) pronti a rispondere alle domande dei pazienti, intervistati dal conduttore televisivo Marco Maisano.

«Sono asmatico, sono più a rischio di contrarre il Covid-19?» - «Come faccio a distinguere tra i sintomi della mia allergia e quelli del Coronavirus?» - «Cosa devo fare con la mia terapia per l’asma?».

Sono solo alcuni dei quesiti posti dai pazienti asmatici – in Italia circa 450mila persone tra i 15 e i 24 anni – in occasione del primo appuntamento su “asma e Covid-19”.

«Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili» spiega Carlo Lombardi, Responsabile Unità di Allergologia e Pneumologia, Ospedale Poliambulanza di Brescia «l’asma non aumenta il rischio di contrarre il Coronavirus, mentre è stato osservato che i recettori ACE2 del Covid-19 sono meno rappresentati lungo le vie respiratorie dei pazienti con asma allergico, nei quali l’ancoraggio del virus risulta più difficile. Se è vero che per gli asmatici può non essere semplice distinguere la difficoltà a respirare (dispnea) tipica dell’asma, da un attacco potenzialmente provocato dal virus, bisogna però considerare che la riduzione di gusto e olfatto non è presente nella maggior parte dei pazienti asmatici (infatti gli unici che possono avere riduzione dell’olfatto sono quelli che hanno come comorbidtà la poliposi nasale) e può quindi aiutare nella diagnosi di Covid-19. E ancora, non è scientificamente documentato che i trattamenti contro l’asma aumentino il rischio di incorrere in complicanze respiratorie, pertanto gli asmatici non devono per nessun motivo interrompere la terapia inalatoria, soprattutto con gli steroidi, per i quali si sono ipotizzati effetti protettivi».

La fame d’aria è tipica della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). «Questi pazienti – afferma Manlio Milanese, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Pneumologia ASL2 Savonese – se ospedalizzati per infezione da Covid-19, nel 50% dei casi potrebbero dover ricorrere alle cure intensive a causa della loro limitata riserva respiratoria in gioco (nel 19% dei decessi per Coronavirus era presente nella storia clinica una BPCO – dati ISS). Per questo motivo, è importante seguire alcune semplici ma fondamentali regole, utili a ridurre il rischio di contagio (da coronavirus, ma non solo) e ad ottimizzare le risorse: smettere di fumare; mantenere la terapia inalatoria in corso (solo il 14-16% dei pazienti assume la terapia almeno per l’80% dell’anno); proseguire con le norme di sicurezza e di distanziamento sociale, ricordando che comunque le esacerbazioni della BPCO sono spesso causate dai virus; riprendere al più presto una regolare attività motoria, interrotta con il lockdown, per migliorare la tolleranza allo sforzo e quindi la qualità di vita. Sia per l’asma che per la BPCO, sono infine consigliate le vaccinazioni antinfluenzale e anti-pneumococcica, che, oltre a proteggere dalle comuni infezioni respiratorie, possono aiutare i medici nella diagnosi differenziale con il Covid-19».

Tra i consigli degli esperti: smettere di fumare, mantenere la terapia inalatoria in corso (solo il 14-16% dei pazienti assume la terapia almeno per l’80% dell’anno), proseguire con le norme di sicurezza e di distanziamento sociale, riprendere al più presto una regolare attività motoria, interrotta con il lockdown, per migliorare la tolleranza allo sforzo e quindi la qualità di vita, fare le vaccinazioni antinfluenzale e anti-pneumococcica, che, oltre a proteggere dalle comuni infezioni respiratorie, possono aiutare i medici nella diagnosi differenziale con il Covid-19.

La campagna educazionale è realizzata con l'egida scientifica di SIP (Società Italiana di Pneumologia) e SIAAIC (Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica), con il supporto di FederAsma e allergie ODV e dell’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus, e con il contributo non condizionante di Chiesi Italia.

Tutte le informazioni sugli appuntamenti live e sulle modalità di interazione con gli esperti sono disponibili sulla pagina Facebook e sul sito web dell’iniziativa www.unespertoperte.it. È inoltre possibile seguire e rivedere le dirette anche sul canale YouTube della Società Italiana di Pneumologia.

«Un esperto per te» è la campagna informativa dedicata alle persone con asma e malattie respiratorie croniche, spesso in apprensione per il timore di essere più vulnerabili al Covid. Si tratta di tre incontri in diretta con clinici esperti (oggi 1 luglio alle 19 sulla pagina FB della campagna) pronti a rispondere alle domande dei pazienti, intervistati dal conduttore televisivo Marco Maisano.

«Sono asmatico, sono più a rischio di contrarre il Covid-19?» - «Come faccio a distinguere tra i sintomi della mia allergia e quelli del Coronavirus?» - «Cosa devo fare con la mia terapia per l’asma?».

Sono solo alcuni dei quesiti posti dai pazienti asmatici – in Italia circa 450mila persone tra i 15 e i 24 anni – in occasione del primo appuntamento su “asma e Covid-19”.

«Sulla base delle evidenze scientifiche disponibili» spiega Carlo Lombardi, Responsabile Unità di Allergologia e Pneumologia, Ospedale Poliambulanza di Brescia «l’asma non aumenta il rischio di contrarre il Coronavirus, mentre è stato osservato che i recettori ACE2 del Covid-19 sono meno rappresentati lungo le vie respiratorie dei pazienti con asma allergico, nei quali l’ancoraggio del virus risulta più difficile. Se è vero che per gli asmatici può non essere semplice distinguere la difficoltà a respirare (dispnea) tipica dell’asma, da un attacco potenzialmente provocato dal virus, bisogna però considerare che la riduzione di gusto e olfatto non è presente nella maggior parte dei pazienti asmatici (infatti gli unici che possono avere riduzione dell’olfatto sono quelli che hanno come comorbidtà la poliposi nasale) e può quindi aiutare nella diagnosi di Covid-19. E ancora, non è scientificamente documentato che i trattamenti contro l’asma aumentino il rischio di incorrere in complicanze respiratorie, pertanto gli asmatici non devono per nessun motivo interrompere la terapia inalatoria, soprattutto con gli steroidi, per i quali si sono ipotizzati effetti protettivi».

La fame d’aria è tipica della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO). «Questi pazienti – afferma Manlio Milanese, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Pneumologia ASL2 Savonese – se ospedalizzati per infezione da Covid-19, nel 50% dei casi potrebbero dover ricorrere alle cure intensive a causa della loro limitata riserva respiratoria in gioco (nel 19% dei decessi per Coronavirus era presente nella storia clinica una BPCO – dati ISS). Per questo motivo, è importante seguire alcune semplici ma fondamentali regole, utili a ridurre il rischio di contagio (da coronavirus, ma non solo) e ad ottimizzare le risorse: smettere di fumare; mantenere la terapia inalatoria in corso (solo il 14-16% dei pazienti assume la terapia almeno per l’80% dell’anno); proseguire con le norme di sicurezza e di distanziamento sociale, ricordando che comunque le esacerbazioni della BPCO sono spesso causate dai virus; riprendere al più presto una regolare attività motoria, interrotta con il lockdown, per migliorare la tolleranza allo sforzo e quindi la qualità di vita. Sia per l’asma che per la BPCO, sono infine consigliate le vaccinazioni antinfluenzale e anti-pneumococcica, che, oltre a proteggere dalle comuni infezioni respiratorie, possono aiutare i medici nella diagnosi differenziale con il Covid-19».

Tra i consigli degli esperti: smettere di fumare, mantenere la terapia inalatoria in corso (solo il 14-16% dei pazienti assume la terapia almeno per l’80% dell’anno), proseguire con le norme di sicurezza e di distanziamento sociale, riprendere al più presto una regolare attività motoria, interrotta con il lockdown, per migliorare la tolleranza allo sforzo e quindi la qualità di vita, fare le vaccinazioni antinfluenzale e anti-pneumococcica, che, oltre a proteggere dalle comuni infezioni respiratorie, possono aiutare i medici nella diagnosi differenziale con il Covid-19.

La campagna educazionale è realizzata con l'egida scientifica di SIP (Società Italiana di Pneumologia) e SIAAIC (Società Italiana di Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica), con il supporto di FederAsma e allergie ODV e dell’Associazione Italiana Pazienti BPCO Onlus, e con il contributo non condizionante di Chiesi Italia.

Tutte le informazioni sugli appuntamenti live e sulle modalità di interazione con gli esperti sono disponibili sulla pagina Facebook e sul sito web dell’iniziativa www.unespertoperte.it. È inoltre possibile seguire e rivedere le dirette anche sul canale YouTube della Società Italiana di Pneumologia.