Il tumore al seno risulta essere la principale forma tumorale che colpisce le donne europee e statunitensi: tutte le donne con diagnosi di carcinoma effettuata in post menopausa (LEGGI APPROFONDIMENTO SU MENOPAUSA E CIBI UTILI) , dopo l’operazione chirurgica di rimozione della massa tumorale, sono invitate a proseguire la terapia farmacologica con farmaci appartenenti alla classe degli inibitori dell’aromatasi, per ridurre il rischio di recidive. Questi farmaci (letrozolo, anastrazolo ed exemestane) vengono prescritti nelle donne nelle quali il tumore si presentava ormone sensibile e la terapia va seguita in genere per 5 anni, anche se in alcune pazienti il trattamento va continuato per 10 anni.
EFFETTI COLLATERALI DELLA TERAPIA DI MANTENIMENTO
Come tutte le terapie farmacologiche, purtroppo, anche questa non è esente da effetti collaterali, come dimostrato da uno studio tutto italiano, condotto in collaborazione dall’università Di Brescia e dall’Università vita-salute San Raffaele di Milano pubblicato recentemente sulla prestigiosa rivista Bone che ha evidenziato come questi farmaci inducano una perdita di osso pari anche al 6% ogni anno, contro una perdita media del 3% riscontrata nelle donne sane in post menopausa.
Un simile turn over delle ossa si traduce in un’aumentata probabilità di andare incontro a fratture vertebrali: questo significa, molto brutalmente, che forse non si muore a causa della recidiva del tumore, ma si perde in qualità della vita e in autonomia.
SEGUIRE LE DONNE PERLA SALUTE DELLE OSSA
Lo studio in questione, quindi, mette in evidenza la necessità di seguire le donne, dopo un carcinoma mammario, (LEGGI APPROFONDIMENTO SU CANCRO AL SENO E FARMACI)molto strettamente per la salute delle loro ossa: questo significa che devono sottoporsi ad esami di routine ben precisi, assumere abbastanza vitamina D ed eventualmente farmaci per l’osteoporosi oltre a dover ricevere informazioni nutrizionali ben precise per abbassare sia il rischio recidiva tumorale, ma anche di osteoporosi.
A QUALI ESAMI SOTTOPORSI
«Le donne che sono in terapia con gli inibitori dell’aromatasi dovrebbero sottoporsi alla MOC DEXA a livello femorale e vertebrale. La MOC è l’esame diagnostico che permette di conoscere qual è lo stato di salute delle ossa; la MOC DEXA (con tecnica di assorbimento a raggi X) permette di misurare la reale densità minerale ossea, cioè la quantità di minerali presenti a livello della colonna lombare, del femore o dell’intero scheletro- chiarisce il professor Andrea Giustina, direttore della Cattedra di Endocrinologia dell’università Vita salute San Raffaele di Milano e uno degli autori dello studio in questione che spiega anche come- questo esame non va confuso con la MOC ad ultrasuoni a cui ci si può sottoporre anche nelle farmacie, che è solo un test di screening adatto alla popolazione generale. La MOC DEXA, invece, permette di rilevare anche l’eventuale presenza di fatture lievi: è un esame che usa i raggi X a dosi molto basse, inferiori a quelle che servono per fare una normale radiografia e di molto inferiori a quelle che occorrono per una TAC».
CALCIO E VITAMINA D
«In presenza di osteoporosi è fondamentale ottimizzare l’assunzione di calcio con la dieta: le donne che hanno ricevuto diagnosi di tumore al seno dovrebbero seguire il più attentamente possibile la dieta Mediterranea, che prevede anche il consumo di latticini e alimenti ricchi di calcio.
Per quanto riguarda la vitamina D (LEGGI APPROFONDIMENTO SU VITAMINA D), invece, vista la sua scarsa presenza negli alimenti è spesso necessario ricorrere ad adeguata integrazione alimentare- chiarisce ancora il professor Giustina che conclude - per la salute delle ossa di queste donne, infine, è fondamentale svolgere attività fisica di tipo aerobico, quindi è bene camminare, nuotare o andare in bici, mentre è assolutamente sconsigliato svolgere lavori pesanti come sollevare pesi.
Tutte dovrebbero anche essere rassicurate sul fatto che i farmaci più comunemente usati per la cura dell’osteoporosi come i bifosfonati non interagiscono in nessun modo con gli inibitori del’aromatasi».
Assumere calcio con la dieta e’ importante indipendentemente dal tipo di osteoporosi: Data la scarsa presenza della vitamina D negli alimenti e’ spesso necessaria l’assunzione di supplementi di vitamina D.
Quale attività fisica è raccomandata? Attivita’ aerobica come camminare; evitare di sollevare pesi.
I farmaci eventualmente assunti per l’osteoporosi possono interagire con gli inibitori dell’aromatasi? No le donne vanno rassicurate in questo senso. Ne’ i bisfosfonati ne’ il denosumab che sono usati come agenti anti-osteoporotici in queste pazienti inficiano l’efficacia degli inibitori dell’aromatasi.
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